Furore

Titolo: Furore
Titolo originale: The Grapes of Wrath
Autore: John Steinbeck
Nazionalità Autore: Stati Uniti
Data di Pubblicazione: 6 novembre 2013
Editore: Bompiani
Genere: Classici
Pagine: 633 

Furore è un’opera iconica della letteratura americana del XX secolo, ambientato negli anni ’30, durante la Grande Depressione negli Stati Uniti, un periodo di grave crisi economica che colpì milioni di persone, provocò centinaia di migliaia di sfollati e causò povertà e disoccupazione diffuse. Steinbeck esplora le difficili condizioni di vita dei lavoratori agricoli del Midwest, costretti a lasciare le proprie case in cerca di opportunità in mezzo alla disperazione. La storia segue la famiglia Joad, costretta a lasciare la propria terra in Oklahoma a causa della siccità e della recessione economica. Tom Joad, il protagonista, torna a casa dopo aver scontato una pena detentiva e si unisce alla sua famiglia mentre intraprendono un viaggio in California alla ricerca di una vita migliore. Il romanzo racconta il loro viaggio di oltre 2.000 miglia attraverso la Route 66 a bordo di un precario camion, le difficoltà del viaggio, le ingiustizie che devono affrontare e la loro lotta per sopravvivere in un ambiente ostile, completamente l’opposto di quanto promesso nei volantini che li avevano spinti ad emigrare. Mentre affrontano gli ostacoli, il romanzo rivela le difficoltà, il rifiuto o addirittura l’ostilità totale delle comunità locali e lo sfruttamento subito dai migranti durante l’era della Depressione.

Che dire di questo libro che non sia già stato detto? É sempre difficile recensire un romanzo così immenso, inizio dicendo che avevo già letto della condizione degli agricoltori fuggiti dal Midwest durante il Dust Bow, in Venti di sabbia di Kristin Hannah, ho appena finito di leggere I Nomadi, che contiene gli articoli scritti da Steinbeck sulla situazione dell’emigrazione e della manodopera in California dai quali è nato poi questo immenso lavoro, quindi già sapevo i temi principali affrontati in questo libro, ma Furore mi ha completamente conquistata. Il libro ha uno stile narrativo molto coinvolgente: la narrazione lineare della famiglia Joad è intervallata a capitoli che descrivono la situazione sociale in modo più generico. Mi è piaciuta questa struttura narrativa perchè permette di esplorare sia l’esperienza personale della famiglia sia il contesto più ampio della crisi economica e sociale. Attraverso la storia della famiglia Joad, Steinbeck con una prosa diretta, descrittiva e realistica, ci parla dello sfruttamento e dell’oppressione subita dai lavoratori migranti da parte dei proprietari terrieri e delle Big Farm: i migranti sono trattati come manodopera a basso costo, costretti a lavorare per lunghe ore in condizioni deplorevoli per salari minimi, e a tal proposito attraverso il volantinaggio, viene incoraggiato l’arrivo massiccio di migranti (in cerca del “sogno americano”) per mantenere i salari al ribasso. Nonostante le avversità, il romanzo mostra come la solidarietà e il senso di comunità possano emergere tra le persone svantaggiate; i Joad e gli altri migranti stringono stretti legami e si sostengono a vicenda, condividendo cibo, risorse e speranze nella loro lotta comune. Questo cameratismo fa da contrasto all’avidità e allo sfruttamento dei proprietari e diventa una forza potente che sfida lo sfruttamento e la disperazione.

 Sconfortante sarebbe notare che l’umanità rinuncia a soffrire e morire per un’idea; perché è questa la qualità fondamentale che è alla base dell’umanità, questa la prerogativa che distingue l’uomo dalle altre creature dell’universo.

Per quanto riguarda i personaggi, mi sono sembrati tutti meravigliosi, veri e profondi, con le loro luci e ombre, uno dei più coinvolgenti è stata Ma’, la madre, che è il personaggio che soffre di più perché la famiglia resti unita ed è disposta a fare qualsiasi cosa per riuscirci, tiene le redini della famiglia con forza, senza lasciarsi abbattere mai, secondo me è lei la vera protagonista della storia. Mi è piaciuto molto anche il predicatore, tutte le sue frasi sono epiche e si rivela un eroe.

La storia della famiglia Joad e il loro viaggio attraverso le avversità mi ha procurato una vasta gamma di emozioni, dall’empatia e tristezza alla speranza e alla resilienza umana. Una delle storie più tristi e allo stesso tempo belle che abbia letto negli ultimi tempi, tutto in questo libro mi ha commossa. La penna di Steinbeck è spettacolare con le descrizioni, i dialoghi, le frasi e soprattutto i personaggi… è tutto incredibile. Consiglio a tutti di leggerlo perché ne vale davvero la pena.

Voto 5/5


Dal Libro

La pioggia cessò. Sui campi restò l’acqua, a riflettere il grigio del cielo, e tutta la terra era un murmure d’acqua corrente. E i pezzenti uscivano dai loro covi, dai fienili e dalle stalle e accoccolati contemplavano la terra inondata, silenziosi, o parlando con una tragica calma.
Niente lavoro fino a primavera. Niente lavoro.
Niente lavoro…niente denaro, niente cibo.
Ma, dico io, chi ha una pariglia di cavalli, e se ne serve per arare, per coltivare, non si sognerebbe mai di metterli fuori dalle stalle e lasciarli morire di fame, quando manca il lavoro nei campi.
Ah, ma quelli sono i cavalli…noi siamo uomini.
Le donne osservavano i mariti, per vedere se questa volta era proprio la fine. Le donne stavano zitte e osservavano. E se scoprivano l’ira sostituire la paura nei volti dei mariti, allora sospiravano di sollievo. Non poteva essere ancora la fine. Non sarebbe mai venuta la fine finché la paura si fosse tramutata in furore


Chi è John Steinbeck

John Ernest Steinbeck, Jr. (Salinas, 27 febbraio 1902-New York, 20 dicembre 1968)  autore di numerosi romanzi e racconti, è uno dei massimi esponenti della letteratura americana e della cosiddetta “Generazione perduta”. Nel 1962 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.
John Ernst Steinbeck dopo aver frequentato la Stanford University senza mai laurearsi, compare sulla scena letteraria con opere minori finché non raggiunge la notorietà con Pian della Tortilla (1935) a cui seguono molti romanzi racconti e saggi tra cui Uomini e topiLa lunga vallataFurore – opera grazie a cui Steinbeck riceve il Premio Pulitzer e il  National Book Award -, La luna è tramontataLa valle dell’EdenQuel fantastico giovedìViaggio con Charley.
Il favore della critica nei confronti di Steinbeck si basa soprattutto sui romanzi naturalistici a tema proletario che scrisse negli anni Trenta; è in queste opere che la sua costruzione di ricche strutture simboliche e i suoi tentativi di trasmettere qualità mitopoietiche e archetipiche nei suoi personaggi sono più efficaci.
Dalle sue opere sono stati tratti numerosi film di successo, che hanno aumentato la popolarità dello scrittore.


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