Il figlio della profezia

Titolo: Il figlio della profezia
Titolo originale: Child of the Prophecy
Autore: Juliet Marillier
Nazionalità Autore: Nuova Zelanda
Data di Pubblicazione: 12 ottobre 2006
Editore: Armenia 
Genere: Fantasy
Pagine: 603

Serie: Sevenwaters 3

Cresciuta in un’insenatura isolata sulle coste di Kerry, Fainne trascorre l’infanzia nella solitudine, allevata dal padre, l’ex druido Ciarain, che le insegna i segreti dell’arte magica. La fanciulla ha un solo amico, Darragh, figlio del capo di una comunità di nomadi che ogni anno si ferma alla baia per trascorrervi l’estate. Presto però la sua vita monotona e sicura viene sconvolta da cambiamenti irreversibili: Lady Oonagh, la strega malvagia madre di Ciarain, torna per concludere l’opera di distruzione che in passato non era riuscita a portare a compimento. La perfida donna convince la nipote a credere che chi discende da una stirpe di streghe ha davanti a sé solo un cammino di malvagità, e la piega ai propri voleri facendo leva sulla sua devozione e sul suo amore verso l’amato padre: Fainne dovrà recarsi a conoscere i familiari della madre Niamh e, sotto il malefico influsso della volontà della nonna, usare i propri poteri magici per distruggere la casata di Sevenwaters e annullare così la profezia, secondo la quale le isole ritorneranno sotto il controllo di quella famiglia preservando così il ruolo della magia in tutta l’Irlanda.

“Hai il potere di crearci o distruggerci, penso, e solo all’ultimo sceglierai da che parte andare.”

Il figlio delle profezia è il terzo volume della Trilogia di Sevenwaters così composta:

  • La figlia della foresta
  • Il figlio delle ombre
  • Il figlio della profezia

Con questo terzo volume della trilogia seguiremo le vicende di Fainne, nipote di Sorha e frutto dell’amore proibito tra Niamh e Ciarán. Fainne vive e cresce in perfetta solitudine con il padre Ciaràn che, allontanatosi da Seventwaters per essere il figlio di Lady Oonagh (la strega crudele che aveva trasformato in cigni i sei fratelli di Sorha), istruisce ed educa la figlia alla magia e alle arti druidiche. Sono passati molti anni da quando Liadan, Bran e il loro figlio Johnny si sono stabiliti a Harrowfield, e adesso manca poco al compimento della profezia per la riconquista delle Isole. Johnny per tutta la vita è cresciuto preparandosi a questo evento ed è diventato un guerriero forte e carismatico, e mentre nel regno si sono strette alleanze in vista della battaglia per le Isole, Lady Oonagh ricatta ed istruisce sua nipote Fainne per infiltrarsi a Sevenwaters ed impedire che la profezia si avveri.

“Non posso farne parte. La foresta, la famiglia, la… la fratellanza. Devi rendertene conto.”

Devo dire che dei tre libri questo è stato quello che mi è piaciuto di meno, ed il motivo principale è che inizialmente non riuscivo ad empatizzare con la protagonista. A differenza dei primi due libri dove l’autrice ci narra di eroine brillanti, altruiste e puramente buone, questa storia ha meno forza poiché la protagonista e lo scopo del libro sono diversi. Fianne è l’opposto di Sorha e Liadan: è una ragazza indecisa, piena di dubbi che non sa chi sia e si sente combattuta sulla sua vera natura. È malvagia come la nonna visto che nelle sue vene scorre il sangue della strega? Potrà fare del bene visto che discende anche dal Popolo Antico? Lei sente di seguire gli insegnamenti del padre e fare comunque del bene, ma la nonna le instilla odio per i suoi familiari di Seventwaters e lei parte per il regno con l’intento di seguire le istruzioni di sua nonna, perchè non osa ribellarsi al suo volere per paura che lei uccida il padre. Quindi seguiremo questo suo viaggio, ovviamente, il suo è un percorso difficile, poiché, gli ostacoli da superare sono sempre numerosi e strazianti e lei dovrà capire chi è realmente e cosa vuole.

“Come osi spaventarmi così? dissi piano, sibilando. dovresti vergognarti!
Poi si sporse in avanti, solo un po’, e appoggiò la testa contro il mio ginocchio, e lo sentii sussurrare mentre rabbrividiva:
“No… no… non farmi dire un… arrivederci di nuovo.”

Anche in questo libro con la sua prosa altamente evocativa e descrittiva, l’autrice ci trasporta nelle foreste dell’Irlanda con i suoi miti, fate, folletti, streghe e storie impregnate della cultura celtica. I personaggi sono tanti e ben caratterizzati, molti li conosciamo già e compaiono anche in questo libro, ma la maggior parte del libro è incentrato su Fainne ed il suo compito. Come dicevo prima, inizialmente non ero molto attratta da questa protagonista, perchè mi sembrava molto debole come personaggio e a volte mi annoiavo a seguire le sue lotte interiori tra il bene ed il male, tra ciò che pensava di essere e ciò che sarebbe stato giusto fare, ma continuando con la storia mi sono un pò affezionata a Fainne perchè è una ragazza sola, e non è veramente cattiva e anche quando fa del male, non riesce ad andare fino in fondo senza provare rimorso e cerca di allontanare le persone che ama in modo che sua nonna non faccia loro del male. Senza dubbio, la crescita di Fianne come personaggio è la migliore di tutta la trilogia, e probabilmente sarà perché partendo come personaggio negativo ha tanti margini di miglioramento. Ho molto apprezzato il suo coraggio e la sua determinazione nel trovare un modo per fare la cosa giusta e sfidare la nonna. Mi è piaciuto anche Darrach, un musicista nomade, il suo unico e fedele amico fin dall’infanzia, che la segue nonostante lei cerchi di allontanarlo. La parte romantica non è stata molto coinvolgente, perchè è un amore delicato e gentile, senza quell’enfasi che univa Liadan e Bran. È stato bello rivedere Conor, ma soprattutto Finbar, che era anche uno dei personaggi più interessanti dei due libri.

“Io non piango”, dissi con rabbia, infastidita dal fatto che avevo perso il controllo così facilmente. Non avrei potuto piangere anche se avessi voluto comunque”

In conclusione, è stata una bella trilogia, anche se il primo libro è stato di gran lunga il migliore dei tre. Una storia ricca di magia, suggestiva, dove ci sono stati sacrificio, perdite, crudeltà, lotte, ma anche crescita personale, gentilezza, unione familiare e amore. Una storia che parla del bene e del male, e che ha un profondo messaggio di pace e rispetto per la natura che, indipendentemente dal tempo in cui viviamo, è ancora attuale e pieno di speranza.

Voto 3,8/5


Dal Libro

“Verrà un tempo, abbastanza presto, in cui anche quell’antico legno cadrà sotto l’ascia, per concedere all’uomo i suoi pascoli, i suoi insediamenti, le sue torri e le sue mura. Egli pensa, nella sua ignoranza, di domare la stessa terra, per costringere l’oceano stesso alla sua volontà. E così devasterà il corpo della madre che lo ha partorito; e non saprà cosa fa. Le vecchie usanze saranno dimenticate “.


Chi è Juliet Marillier

Juliet Marillier (Dunedin, Nuova Zelanda, 1948), nata e cresciuta in Nuova Zelanda, ora abita in Australia. Appassionata di folclore e di storia, soprattutto celtica, scrive fantasy di ambientazione storica; tra le sue opere, dedicate a adulti e young adults, le serie “Warrior Bards”, “Blackthorn & Grim” e “Sevenwaters”.


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