Il figlio delle ombre

Titolo: Il figlio delle ombre
Titolo originale: Son of the Shadows
Autore: Juliet Marillier
Nazionalità Autore: Nuova Zelanda
Data di Pubblicazione: 5 gennaio 2009
Editore: Armenia 
Genere: Fantasy
Pagine: 607

Serie: Sevenwaters

Dopo anni di relativa tranquillità, nuove ombre si addensano su Sevenwaters. I capi si affannano a stringere nuove alleanze strategiche per riconquistare le Sacre Isole. Fra i tre eredi della casata di Sevenwaters, sembra che sarà proprio la giovane Liadam – figlia di Sorha, che ha ereditato dalla madre il dono della preveggenza e il talento di guaritrice – a tenere il bandolo della matassa. Ma la via che l’attende è irta di insidie e di dilemmi. Un amore proibito su cui aleggia una terribile profezia sembra lanciare una sinistra maledizione su Sevenwaters.

“Non desideri che accada qualcosa di diverso, qualcosa di così eccitante e nuovo che ti porti con sé come una grande marea, qualcosa che lasci che la tua vita divampi e bruci così che il mondo intero possa vederlo?”

Il figlio delle ombre è il secondo libro della Trilogia di Sevenwaters così composta:

  • La figlia della foresta
  • Il figlio delle ombre
  • Il figlio della profezia

In questo secondo volume la storia riprende dopo anni, a Seventwaters e seguiremo la storia di Liadan una delle figlie di Sorha e Red. Sorha e Red hanno avuto tre figli: Niahm e i due gemelli Sean e Liadan che ha ereditato da sua madre il dono di comunicare con la mente e quello di guaritrice e da suo zio Finbar la capacità di far rimarginare le ferite dell’anima. Niahm è di una bellezza travolgente e durante un ballo s’innamora di Ciaran, un giovane druido ma quando si viene a sapere che i due si amano vengono separati perchè la loro unione viene considerata inammissibile e viene fatta sposare con un capoclan del nord e Ciaran fugge in cerca del suo passato. Liadan accompagna la sorella nella sua nuova dimora, durante il tragitto di ritorno viene colpita e rapita da una banda di crudeli ed eccentrici mercenari e portata nel loro nascondiglio per curare uno di loro. Qui conoscerà il Capitano, o l’Uomo Dipinto com’è conosciuto da tutti e che lei chiamerà Bran il corvo che cambierà le sorti della sua vita e di Seventwaters, perchè la profezia dice che il condottiero che riscatterà le Isole porterà proprio il segno del corvo…

“Il mondo è semplice nella sua essenza. Vita, morte, amore, odio. Desiderio, realizzazione. Magia.”

Juliet Marillier riesce a conquistarci anche con questo secondo volume della trilogia. L’autrice ha una scrittura magica, che ci avvolge e ci intrattiene, non lasciandoci sfuggire nulla, intesse una storia ricca di mistero, magia e tanti personaggi: Guerrieri, druidi, mercenari, fate, streghe, buoni e cattivi. Sorridiamo con i personaggi, soffriamo e piangiamo con loro e speriamo solo che le cose finiscano bene per quelli che amiamo, anche se non è sempre così. Sapevo fin dall’inizio che Liadan sarebbe stata un grande personaggio, un’altra giovane donna sensibile, forte e perseverante che, come sua madre, deve affrontare un male indicibile che cerca di distruggere la sua famiglia, un male che, per essere sconfitto, la porta a scoprire il dolore del tradimento, del sacrificio, e di un amore impossibile che cambierà per sempre la sua vita e quella dei suoi cari. Ma questa volta Marillier ci presenta una protagonista più indipendente, mentre Sorha ha ascoltato e adempiuto il disegno del Popolo Fatato, salvando i suoi fratelli; Liadan ha un ruolo molto più attivo, e trasgredisce il volere del Popolo Fatato per prendere decisioni di testa sua. Arriva persino a sfidare i presagi della sua Vista, pur sapendo che a volte farlo porta a conseguenze ancora peggiori. Ma non è solo dura e testarda, è anche compassionevole e ama con abbandono. La sua storia d’amore è meravigliosa e piena di angoscia. Ho adorato Bran, il temibile Uomo Dipinto, consumato dall’odio e dalla sete di sangue, con le sue ombre, la sua asprezza ed il suo doloroso passato, non è il classico eroe forte ed invincibile, anzi è una persona spezzata che non riesce ad avere fiducia negli altri e che vive senza prospettive future; meravigliosi anche tutto il suo seguito di compagni: Evan, Gabbiano, Serpente, Lontra…

Le più grandi storie, ben raccontate, risvegliano le paure e i desideri degli ascoltatori. Ogni uomo sente una storia diversa. Ciascuno ne è toccato secondo il proprio io interiore. Le parole arrivano all’orecchio, ma il vero messaggio arriva dritto allo spirito.

La lettura di questo secondo volume mi ha completamente catturata, non riuscivo a smettere di leggere ero curiosa di scoprire il passato di Ciaran e perchè gli era stato vietato di amare Niahm, così come scoprire perchè Bran odiasse così tanto Red. Una cosa che ho amato tantissimo sono state tutte le leggente raccontate nel libro, ti trasportano in un altro tempo e la magia si percepisce in ogni pagina del romanzo, molto commovente quella raccontata da Red, mi sono emozionata tantissimo durante quella scena. Ho adorato questa storia di segreti e tradimenti, di amore, fiducia e amicizia, di mitologia irlandese, di battaglia tra il bene e il male. Sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà nel Figlio della profezia. Le scelte di Liadan hanno cambiato la storia o era quello che doveva accadere fin dall’inizio?

Voto 4,5/5


Dal Libro

“Così, mentre si riposava, ho iniziato. Ho intessuto quanta più meraviglia, magia e incanto potevo in quella storia. Ma non ho dimenticato le cose straordinarie; le cose meravigliose in sé senza essere in alcun modo insolite. L’eroe di quel racconto si innamorò e tenne tra le braccia il suo primogenito. Conobbe l’amicizia e la lealtà dei suoi compagni d’armi. Percorse terre lontane e mari misteriosi e provò la gioia di tornare a casa”


Chi è Juliet Marillier

Juliet Marillier (Dunedin, Nuova Zelanda, 1948), nata e cresciuta in Nuova Zelanda, ora abita in Australia. Appassionata di folclore e di storia, soprattutto celtica, scrive fantasy di ambientazione storica; tra le sue opere, dedicate a adulti e young adults, le serie “Warrior Bards”, “Blackthorn & Grim” e “Sevenwaters”.


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