La figlia della foresta

Titolo: La figlia della foresta
Titolo originale: Daughter of the Forest
Autore: Juliet Marillier
Nazionalità Autore: Nuova Zelanda
Data di Pubblicazione: 25 ottobre 2022
Editore: Mondadori 
Genere: Fantasy
Pagine: 636

Nell’Irlanda del X secolo, sospesa tra mito e storia, vive Lord Colum di Sevenwaters con i suoi sette figli, sei ragazzi e una bambina, Sorha. Sarà proprio lei, la più piccola della famiglia, a proteggere la casata e difendere la loro terra dai nemici britanni: il padre, infatti, è stato stregato da Lady Oonagh e i fratelli sono stati colpiti da un incantesimo che solo la ragazza potrà sciogliere. Per riuscirci, dovrà sostenere un lungo esilio da Sevenwaters e affrontare imprese durissime, che la feriranno nel corpo e nell’anima. E quando si troverà prigioniera degli avversari, la sua stessa vita – insieme a quella di coloro che ama – sarà in pericolo. Sorha conoscerà la paura, il tradimento, ma anche l’onore, la lealtà. E soprattutto l’amore. Basato su una solida conoscenza del mondo celtico e ispirato all’antico racconto “I sei cigni”, ripreso anche dai Grimm e da Andersen, “La figlia della foresta” intreccia tipici elementi fiabeschi (la matrigna malvagia, la metamorfosi magica, l’imposizione del silenzio) con le vicende di una vera famiglia che affronta difficoltà di ogni genere mettendo a dura prova i propri valori. È un’indimenticabile storia di coraggio che nasce dalla perdita, e di vite per sempre trasformate, capace, come le migliori leggende, di risvegliare in chi legge allo stesso tempo il senso del meraviglioso e la consapevolezza dei misteriosi schemi dell’esistenza.

Ma quando tutto ebbe inizio? Quando mio padre incontrò mia madre e perse la testa, decidendo di sposarsi per amore? Oppure quando nacqui? Sarei dovuta essere il settimo figlio di un settimo figlio, ma la dea si burlò di noi e così nacqui femmina. E dopo avermi data alla luce, mia madre morì.

La figlia della foresta è il primo libro della Trilogia di Sevenwaters a cui fanno seguito

  • Il figlio delle ombre
  • Il figlio della profezia

La storia è ambientata nell’ Irlanda intorno al X secolo e si ispira a un racconto dei fratelli Grimm, in cui una principessa deve combattere contro una strega malvagia che ha trasformato i suoi sei fratelli in cigni. Questa è fondamentalmente la premessa di questa storia. Lord Colum signore del regno di Sevenwaters ha sette figli, sei maschi e l’ultima nata Sorha, la nostra protagonista e voce narrante, che sarebbe dovuta essere il settimo figlio di un settimo figlio, ma la dea ha deciso diversamente. La mancanza della madre, morta alla sua nascita, ha reso i fratelli molto uniti creando fra loro un legame forte e indissolubile. Sorha cresce con i suoi sei adorati fratelli maggiori, in un paesaggio silvestre, sospesa tra due mondi, quello reale e quello fatato intriso di magia, fate e folletti. Sin da piccola si dedica all’arte della guarigione, raccogliendo piante, semi e fiori per creare le sue medicine, mentre i fratelli ognuno è dedito ad attività differenti ma quella in comune per tutti è saper combattere perchè il regno deve essere difeso dagli attacchi dei Britanni. Tuttavia, la pace a Sevenwaters viene infranta quando il loro padre vedovo viene sedotto in matrimonio da Lady Oonagh, una malvagia incantatrice che per impedire ai fratelli di intromettersi, li maledice tutti trasformandoli in cigni, ma Sorha riesce a fuggire e spetta a lei sciogliere l’incantesimo e dovrà intraprendere un lungo e difficile compito per farlo: dovrà realizzare sei camicie con le proprie mani con un filato ricavato dalla stellaria, una pianta che punge e procura forti dolori durante la filatura e la lavorazione e lascia le mani grezze e gonfie. Come se non bastasse, dovrà osservare il voto del silenzio, non potrà parlare con nessuno, emettere alcun suono o raccontare la sua storia altrimenti i suoi fratelli saranno condannati a rimanere cigni per sempre. L’unica consolazione sarà poterli incontrare in forma umana per breve tempo durante i solstizi d’inverno e d’estate. Così inizia il suo lungo cammino fatto di sofferenze, dolori, solitudine e momenti tragici, ma incontrerà anche persone che si prenderanno cura di lei.

«Devi preparare una camicia per ognuno dei tuoi fratelli. Il filo, il tessuto, ogni cucitura di questi indumenti dovrà essere il frutto del lavoro delle tue mani.»

Molto entusiasmante questa prima storia della trilogia di Sevenwaters, l’ho trovata magica, coinvolgente ed appassionante. La capacità dell’autrice di creare così tanti personaggi diversi tra loro, la sua narrazione attenta e allo stesso tempo piuttosto agile, le descrizioni del paesaggio irlandese mi hanno catturata in un modo indescrivibile. L’uso della narrazione in prima persona rende la lettura molto più profonda perchè ci fa entrare nel mondo interiore della protagonista, facendoci sentire tutti i suoi stati d’animo. Mi è anche piaciuto l’utilizzo di termini gaelici nella narrazione perchè riesce ad integrarti nella cultura celtica. La prima parte del libro è piuttosto lenta, con un ritmo tranquillo e pacato, caratterizzata dalle descrizioni della foresta e dei personaggi. In questa prima parte conosceremo Sorha e i suoi sei fratelli: Liam, il maggiore destinato a succedere al padre, Conor il saggio e futuro druido e il suo gemello Cormack amante degli animali, Padriac l’avventuroso, Diarmind il compassionevole ed infine Finbar il ribelle che vorrebbe porre fine alla continua guerra con i Britanni e molto legato a Sorha; tutti sono ben descritti e caratterizzati. Inoltre in questa parte incontreremo Simon, un giovane britanno catturato e ridotto quasi in fin di vita e poi accudito e curato da Sorha e padre Brien presso la sua dimora.
La seconda parte, una volta che la maledizione si abbatte sui fratelli di Sorha, è quella con più ritmo e allo stesso tempo la più difficile da leggere. Il percorso che Sorha dovrà seguire per annullare la maledizione è duro, doloroso e solitario. Durante la sua fuga in barca viene salvata da Lord Hugh, un britanno chiamato Red per la sua chioma rossa, venuto nel regno di Sevenwaters in cerca del fratello Simon del quale non si avevano più notizie. Da qui il ritmo si fa ancora più serrato: guerre, persecuzioni, una storia d’amore che ho amato, il tutto condito da un pizzico di magia, leggende, favole e fate.

Una favola può iniziare in molti modi e può essere molte favole in una, ognuna delle quali altro non è che un diverso modo per raccontare la stessa storia.

La protagonista è favolosa, mi è piaciuta molto per la sua personalità stoica, la sua infinita pazienza e la sua resistenza al dolore, inoltre la sua gentilezza non conosce limiti e tratta tutti con gentilezza, anche quando gli altri non se lo meritano. E poi c’è l’altro personaggio meraviglioso che ho amato: Lord Hugh, una delle pochissime persone su cui Sorha può contare, che le mostra gentilezza e protezione in un ambiente dove tutti la guardano con sospetto e la considerano una strega.
Per quanto riguarda il “cattivo” c’è ne sono due: il primo Lady Oonagh, è un personaggio misterioso e sfuggente, non si sa da dove veniva, chi era veramente e quali erano le sue ragioni per fare quello che ha fatto… spero di scoprirlo nei prossimi libri e poi c’è Lord Richard, zio di Red, un personaggio cattivo, viscido e odioso che trama ogni male possibile per la fame di potere.

In conclusione posso dire che questo libro è meraviglioso, una favola oscura e magica, nella quale ci sono fate, ingiustizie, incantesimi, tradimenti, dolore e tristezza ma anche speranza, guarigione e amore. E come tutte le favole c’è pure un pesante elemento di romanticismo che difficilmente distrae, nonostante sia così intensamente appassionato. L’unica nota stonata è stata l’iperprotettività dei fratelli verso la fine che la trattavano come una bambina, come se non fosse sopravvissuta tutto questo tempo da sola e li avesse salvati tutti; Parlano per lei, come se non fosse davanti e come se non avesse alcun potere decisionale, mi è sembrato molto irrispettoso e maschilista, per il resto è stata una lettura emozionante, suggestiva e coinvolgente.

Voto 4,5/5


Dal Libro

“Lui non era stato capace di trovare le parole per dirle addio. Si era ritrovato a esitare. Lui l’aveva ferita, parlandole sotto la spinta del suo spirito sofferente. Le aveva giurato che non le avrebbe mai fatto del male, e invece gliene aveva fatto. Se fosse riuscito, le avrebbe detto…le avrebbe detto…non è importante che tu sia qui o altrove, perchè la tua immagine è davanti ai miei occhi in ogni momento. Ti vedo nella luce sopra l’acqua nei giovani alberi che oscillano alla brezza di primavera. Ti vedo nelle ombre delle grandi querce, e sento la tua voce di notte, nel chiurlo del gufo. Sei il sangue che mi scorre nelle vene, e il battito del mio cuore. Sei il mio primo pensiero del mattino, e il mio ultimo sospiro prima di prender sonno. Tu sei…tu sei fibra delle mie fibre, respiro del mio respiro.”


Chi è Juliet Marillier

Juliet Marillier (Dunedin, Nuova Zelanda, 1948), nata e cresciuta in Nuova Zelanda, ora abita in Australia. Appassionata di folclore e di storia, soprattutto celtica, scrive fantasy di ambientazione storica; tra le sue opere, dedicate a adulti e young adults, le serie “Warrior Bards”, “Blackthorn & Grim” e “Sevenwaters”.


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