L’ultimo giorno di un condannato

Titolo: L’ultimo giorno di un condannato
Titolo originale: Le dernier jour d’un condamné
Autore: Victor Hugo
Nazionalità Autore: Francia
Data di Pubblicazione: 15 settembre 2016
Editore: Universale Economica
Genere: Classici
Pagine: 176

È anonimo l’autore che, nel 1829, dà alle stampe questo piccolo, gigantesco libro. Ma è inconfondibilmente Victor Hugo. Sono anni in cui il progresso sembra trasportare l’umanità intera, sul suo dorso poderoso, verso un futuro di pace, prosperità, ricchezza e fratellanza. Ma negli stessi anni si tagliano ancora teste davanti a un pubblico pagante, si marcisce in carcere, ci si lascia morire per una colpa non sempre dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Hugo parla a nome dell’umanità, come sempre, e lo fa attraverso la voce di un uomo qualunque, di un condannato qualunque, di un miserabile che rappresenta tutti i miserabili di tutte le nazioni e tutte le epoche. Un crimine di cui non conosciamo i dettagli lo ha fatto gettare in una cella. Persone di cui non conosciamo il nome dispongono della sua vita, come divinità autoproclamate. Un’angoscia di cui conosciamo fin troppo bene la lama lo tortura, giorno dopo giorno, e gli fa desiderare che il tempo corra sempre più veloce. Verso la fine dell’attesa, venga essa con la liberazione o con l’oblio.

“…Non oso fare domande su questo argomento, ma è orribile non sapere come sarà, o come affrontarlo.”

Questo libro racconta le ultime settimane nel carcere di Bicêtre di un condannato a morte e ci racconta l’agonia che attraversa da quando ha sentito la sentenza fino al momento in cui finirà la sua vita sotto la ghigliottina. Il protagonista scriverà tutti i suoi pensieri, paure, preoccupazioni ed emozioni, in modo da farci capire la crudeltà a cui vengono sottoposti i condannati a morte.

Victor Hugo con questa storia ci fa sentire in modo diretto e straziante, gli ultimi giorni di un condannato, non ci dice quale sia il suo crimine, né la classe sociale a cui appartiene, rivela poco sul protagonista. Tuttavia, attraverso i pensieri disperati e agonizzanti del condannato, ci trasmette l’incertezza, la tristezza o la paura che prova. L’autore con questa storia critica il sistema giudiziario francese dell’epoca, fa un’accusa contro questo modo disumano di fare giustizia, questa spettacolarizzazione del dolore con la gente che urla e sgomita per accaparrarsi il posto migliore e lo fa con sarcasmo, ironia, rabbia e impotenza. Mi viene da chiedermi il perché di tutta questa disumanità. Perché si sente il bisogno di assistere al dolore o alla morte degli altri? Quale piacere può provocare un’atrocità del genere? Non riesco a darmi delle risposte.

Mi è piaciuta tantissimo questa lettura, ogni paragrafo, ogni frase e ogni parola sono stati un pugno nello stomaco, brividi sulla pelle, lacrime agli occhi. Victor Hugo se già mi aveva impressionato con I Miserabili, con questa storia, è riuscito a darmi conferma della sua grandezza narrativa. Altamente consigliato.

Voto 5/5


Dal Libro

“Dicono che non è niente, che non si soffre, che è una dolce fine, che la morte, così, è molto semplificata. Ehi! E cosa significano le angosce di questo giorno irreparabile, che scorre così lento e così in fretta? “Che cosa significa questa scala di tortura che porta a un’impalcatura? A quanto pare, non la chiamano sofferenza.”


Chi è Victor Hugo

Victor Hugo, nato nella località francese di Besançon nel 1802, è senza ombra di dubbio il più celebre degli scrittori francesi, autore di un’opera immensa e variegata che incarna il XIX secolo e il suo movimento. I suoi romanzi più famosi, Notre-Dame de Paris e I miserabili, vengono costantemente ripubblicati, tradotti e adattati. Simbolo del romanticismo sociale, Hugo incarna anche la coscienza di una Francia umanista, repubblicana e democratica. Il 22 maggio del 1885 muore di congestione polmonare; le sue ultime parole saranno: «Io vedo la luce nera!». L’Assemblea Nazionale decide di onorarlo con funerali di Stato. Sarà tumulato nel Panthéon, che da quel momento accoglierà i resti delle grandi figure della Repubblica francese.


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