Via col vento

Titolo: Via col vento
Titolo originale: Gone with the wind
Autore: Margaret Mitchell
Nazionalità Autore: Usa
Data di Pubblicazione: 30 gennaio 2020
Editore: Neri Pozza
Genere: Classici/Storico
Pagine: 1194

È il 1936 e un romanzo sudista vende negli Stati Uniti un milione di copie in sei mesi. Nel 1937 vince il Premio Pulitzer e nel 1939 diventa il più grande successo nella storia del cinema americano: è “Via col vento”, uno dei più eclatanti casi editoriali mondiali. Opera pressoché unica di Margaret Mitchell, nata ad Atlanta nel 1900 e cresciuta ascoltando i racconti dei veterani della guerra di Secessione, Via col vento conquista i lettori di tutto il mondo grazie a una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da un’appassionata storia d’amore; trama che portò i critici a parlare di Grande Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie queste pagine è soprattutto l’anticonvenzionale protagonista: Scarlett O’Hara, la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale, contando sulle sue sole forze, dovrà cavarsela mentre l’esercito nordista avanza in Georgia. A oltre ottant’anni dalla sua pubblicazione, Via col vento è considerato un intramontabile classico, al punto che anche chi non ha mai avuto il piacere di approcciarsi al romanzo ricorderà, grazie all’omonima versione cinematografica, una manciata di battute ormai divenute celebri: il «non soffrirò mai più la fame» pronunciata da Scarlett stringendo un pugno di terra; il «francamente me ne infischio» sul finale, e la stizza e la speranza di «domani è un altro giorno». Con il presente volume viene riproposta l’edizione integrale in una nuova traduzione che punta non solo a ripristinare la versione originale del romanzo, ma anche a rinnovare la traduzione italiana del 1937, oggi terribilmente agée poiché vittima dell’autarchia linguistica imposta dal fascismo. Seguendo il costume dei nostri tempi, la nuova traduzione lascia in originale i nomi di personaggi, di istituzioni e i toponimi, e utilizza termini stranieri ormai ampiamente diffusi in italiano. Soprattutto, introduce un radicale e importante cambiamento nel modo di parlare degli schiavi, che, nelle traduzioni italiane precedenti, sia del romanzo sia del film, sfiorava il grottesco. In questo modo, i lettori di oggi potranno godere appieno di ogni sfumatura di un romanzo leggendario che dalla sua pubblicazione non ha mai smesso di appassionare e conquistare nuove generazioni. Introduzione di Mariarosa Mncuso.

“Dopotutto, domani è un altro giorno”

Georgia 1861, la storia si svolge durante la guerra di secessione tra nordisti e sudisti. Il romanzo si apre a Tara, una piantagione di cotone di proprietà di un irlandese che l’aveva vinta al gioco, Gerald o’Hara, qui incontriamo la sua figlia preferita, viziata e capricciosa e protagonista indiscussa del romanzo, Scarlett O’Hara intenta a chiacchierare con i gemelli Tarleton, suoi spasimanti come molti dei giovani della contea perchè Scarlett nonostante la giovane età (16anni) possiede un fascino ammaliante. Tra i vari pettegolezzi viene a sapere che Ashley, un giovane di cui è innamorata, a breve annuncerà il suo fidanzamento con Melanie, sconvolta dalla notizia decide di dichiarare il suo amore ad Ashley nel tentativo di dissuaderlo dal fidanzarsi. Durante il ricevimento si apparta con lui ma Ashley, pur dicendole che le vuole bene sono troppo diversi per stare insieme e l’abbandona. Scarlett furiosa, impreca senza accorgersi di non essere sola; alla scena ha assistito un uomo, un avventuriere spregiudicato e arrogante, Rhett Butler con il quale ha un diverbio. In preda alla rabbia Scarlett decide di sposare il primo che le capita a tiro, il povero Charles Hamilton, fratello di Melanie e va a vivere ad Atlanta. Intanto scoppia la guerra, tutti i giovani della contea partono per il fronte, Charles muore nei primi mesi e Scarlett che nel frattempo ha avuto un figlio si ritrova a vivere sotto lo stesso tetto con l’odiata Melanie. La guerra infuria, ed è quasi alle porte di Atlanta, la vita si fa dura, cominciano a scarseggiare cibo, vestiti e generi di prima necessità ai quali provvederà l’arrogante capitano Butler. Durante la presa di Atlanta, aiutata da Rhett, Scarlett fugge per Tara, portandosi Melanie e il figlioletto che ha aiutato a nascere. A Tara trova la desolazione, la madre Hellen morta, il padre Gerald inebetito dal dolore per la perdita della sua amata moglie e le due sorelle in via di guarigione dal tifo. E Scarlett farà di tutto per risollevare Tara e poter dar da mangiare a tutti. Non dico altro, solo che la vita l’ha cambiata: Scarlett non è più la ragazzina viziata, la vita l’ha resa dura e cinica e non si fermerà davanti a nulla per non soffrire più la fame.

“Oseresti dire, miss Rossella O’Hara, che la terra non conta nulla per te? Ma se è la sola cosa per cui valga la pena di lavorare, di lottare, di morire, perché è la sola cosa che duri.”

Che dire di questo meraviglioso libro! Avevo visto il film da ragazzina, ma non lo rammentavo così intenso.

La narrazione di Margaret Mitchell è impeccabile, le descrizioni della guerra e della successiva ricostruzione degli stati meridionali sono strazianti, con molte informazioni su questo conflitto che riesce a raccontare con grande accuratezza storica non solo la guerra civile e il dopoguerra, ma anche il crollo della società meridionale e il suo stile di vita. Il filo conduttore di questo romanzo è la Guerra Civile, ho trovato estremamente interessante conoscere meglio questa parte della storia, vista dagli occhi dei Confederati. Grazie a questo libro ho vissuto con loro la guerra, da quando era solo un sussurro fino a quando i cannoni hanno bombardato la città e vi dico con assoluta convinzione che l’autrice è riuscita davvero a trasportarmi ad Atlanta e a farmi sentire l’orgoglio e la disperazione di chi doveva combattere per la causa. Vedremo anche molto da vicino come è iniziato il Ku Kus Klan, il razzismo, la visione che gli stessi neri avevano della schiavitù e in generale l’inizio di un complicato processo di abolizione sentito dai suoi personaggi. E in quell’ambiente, Mitchell crea quelli che considero alcuni dei personaggi più complessi che ho incontrato nella letteratura: Scarlett e Rhett, due protagonisti che sono antieroi, che non brillano per azioni amorevoli e d’altruismo, tutt’altro sono scaltri, odiosi, opportunisti… ma si fanno amare per la forza delle loro personalità.

“A dispetto vostro e mio, a dispetto dello stupido mondo che ci crolla intorno, vi amo. Perchè siamo tutti uguali, gentaglia tutti e due, egoisti e scaltri, ma capaci di guardare le cose in faccia e di chiamarle con il loro nome.”

Il motore del libro è senza dubbio Scarlett, mi è sembrata un personaggio definito al millimetro ed è una delle migliori protagoniste che mi sia capitato di leggere. Naturalmente non perché sia ​​lei quella brava nella storia o perché le sue azioni siano esemplari; Mi ha incantato per tutte le sue ombre, per la crudezza dei suoi pensieri, in tante occasioni moralmente discutibili.
La sua evoluzione è stata impressionante, da quando la incontriamo da ragazza preoccupata solo per le banalità fino a diventare una sopravvissuta con obiettivi molto chiari. Scarlett ha molti difetti: è presuntuosa, capricciosa, vanagloriosa, egocentrica, anticonformista, opportunista… ma ha anche molte caratteristiche incredibili: è coraggiosa, pratica, imperiosa, genuina, talentuosa, laboriosa, ribelle, energica, determinata, femminista e non è stata colpa sua se era quasi circondata da persone inutili, se non si fosse rimboccata le maniche chi l’avrebbe fatto? Per amore della terra in cui è cresciuta, è disposta a fare qualsiasi sacrificio per non perderla, mentire, uccidere, combattere, umiliarsi o ricorrere a metodi discutibili, perché ha giurato che non soffrirà mai più la fame. L’ho trovata così stimolante, così piena di praticità, così combattiva, anche se alla fine le cose sono andate non come voleva, io l’ho amata. Riusciva sempre a non abbattersi, anzi nei momenti di sconforto, si dava forza con “ci penserò domani, adesso non voglio pensarci.”

“Dopotutto domani è un altro giorno” rispecchia appieno la sua personalità, la determinazione e la consapevolezza che nulla può distruggerti perchè ci si risolleva sempre. Non mi è piaciuto che Scarlett si sia fossilizzata su quel sogno d’amore giovanile , ma a pensarci bene forse è stata l’ancora a cui si aggrappava per andare avanti.

“Sogni, solamente sogni: mai del buon senso.”

E mi sono piaciuti, in generale, tutti i personaggi… tranne Ashley che è un inetto, con tanti doveri, pochi diritti e anche meno vergogna. Mi è piaciuta Melanie, che ha profondamente conquistato il mio cuore con la sua pura gentilezza e spirito incrollabile, un personaggio davvero meraviglioso. E Gerald O’Hara… semplicemente adorabile. Il mio personaggio secondario preferito, così impetuoso e pieno di spirito. E naturalmente c’è Rhett, un personaggio che ho amato tanto quanto Scarlett o forse anche più di lei. Nonostante fosse un mascalzone, un opportunista, un rinnegato dalla società per i suoi loschi affari, a me è piaciuto molto per la sua ironia, per il suo sarcasmo e alla fine per aver avuto il coraggio di cambiare e che ha reso unica questa storia.

“Ci penserò più tardi. Più tardi avrò il coraggio di sopportarlo. Non voglio pensarci adesso.”

In conclusione ho amato questa storia, l’ho trovata straziante, divertente, avvincente, carica di storia. È anche una storia di superamento e malinconia, di sconfitte e di rinascite, è davvero una delle storie più complete che abbia letto, scritta in modo sublime e tremendamente scorrevole. Davvero molto, molto raccomandabile.

Voto 5/5


Dal Libro

“E la prima volta in vita mia che provo rimorso per quello che ho fatto.
 A voi – le porge il fazzoletto.
 … asciugatevi gli occhi. Se poteste ricominciare da capo fareste lo stesso. Siete come il ladro, cui non dispiace affatto di avere rubato, ma è molto molto afflitto di andare in galera.”

“Ne ho abbastanza di tutto. Cerco, la pace. Vedrò se la vita può darmi ancora un po’ di serenità e di dolcezza.”

“So solo che ti amo.
Questa è la tua disgrazia.
Aspetta…Rhett, Rhett, se te ne vai, che ne sarà di me, che farò?
Francamente, me ne infischio.”


Chi è Margaret Mitchell

Nata l’8 novembre del 1900 ad Atlanta in una famiglia di antiche origini, Margaret Mitchell studia in una scuola privata pare con scarsi risultati. È simpatica, vivace e cordiale ma non si può dire che sia un’allieva modello. Oltrepassata senza guai l’eta della pubertà, si fidanza con Clifford Henry, suo primo grande amore purtroppo finito in tragedia. La scrittrice ha quindici anni quando scoppia la prima guerra mondiale, lui un po’ di più e quindi parte per il fronte, da cui non farà mai più ritorno. Saprà solamente che è morto in Francia. Nel 1919 muore anche la madre e Margareth lascia il college per tornare a casa. Nel 1922 si rifa una vita sposando Berrien “Red” Upshaw, un ex giocatore di football, ma il matrimonio è davvero lampo: dura solo due anni. Intanto, cercando di sfruttare le sue notevoli doti con la macchina da scrivere, comincia a lavorare per l’Atlanta Journal. Tempo di assorbire il duro colpo del divorzio e l’intraprendente scrittrice si risposa con George Marsh. Purtroppo dovrà lasciare il lavoro per motivi di salute. Mai malattia fu così foriera di fortuna e spirito creativo. È proprio durante la convalescenza, infatti, che scrive “Gone with the wind” (Via col vento), che sarà pubblicato nel 1936 e che vincerà il premio Pulitzer nel 1937. Nel 1939 dal suo libro verrà tratto il film omonimo interpretato da Vivien Leigh e Clark Gable. La contrastata storia d’amore di una giovane donna, Scarlett O’Hara, per Red Buttler, ambientata in Georgia durante la guerra di secessione americana, commuove tutto il mondo e frantuma tutti i precedenti record d’incassi ai botteghini. Il tempo di godersi il successo per la brava Margaret non è moltissimo. Dieci anni dopo viene investita da un taxi e muore il 16 agosto 1949 dopo un’agonia di dieci giorni.

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