Il figlio del figlio

Titolo: Il figlio del figlio
Titolo originale: Il figlio del figlio
Autore: Marco Balzano
Nazionalità Autore: Italia
Data di Pubblicazione: 31 maggio 2022
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 160

Tre uomini che tirano le somme della propria vita. Tre lingue diverse per raccontare l’emigrazione e la perdita delle radici; il bisogno di partire e la conquista di un posto in cui tornare. Nicola ha ventisei anni e fa l’insegnante precario a Milano. È figlio di Riccardo, un emigrante invecchiato troppo presto, e nipote di Leonardo, un contadino analfabeta e senza terra, che un giorno sorprende tutta la famiglia con una decisione importante: bisogna vendere la casa al mare, diventata l’oggetto ingombrante che divide fratelli, genitori e cugini. Così, una mattina di prima estate, partono a bordo di una Punto amaranto, nonno padre e nipote, per raggiungere la Puglia, a cui sono legati in maniera diversa. Il viaggio tra i luoghi e le memorie che hanno costruito la famiglia Russo diventa un viaggio iniziatico in cui i rapporti di confronto-scontro tra padri e figli si sciolgono in rapporti fra tre uomini, ognuno con i propri imbarazzi, affetti, difficoltà.

«Forse partii non solo per fargli dispetto, ma anche per vederlo nei suoi panni di figlio. O forse per consolarmi di non essere buono ad andarmene da solo da un’altra parte, non importa dove ma da un’altra parte».

Il libro narra la storia di tre uomini, tre generazioni: Nicola, 26 anni, è un insegnante in cerca di lavoro e vive ancora con i genitori. Riccardo, suo padre, ne è molto infastidito, dato che lui ha iniziato a lavorare quando aveva 15 anni e non fa altro che rimproverare Nicola per la sua inerzia e poi c’è nonno Leonardo, dal quale Nicola ha trascorso molto tempo della sua infanzia, un ex comunista emigrato dalla Puglia, dove possiede ancora un appartamento, ormai in stato di semi abbandono. Dopo anni in cui nessuno si prende cura dell’appartamento, nonno Leonardo decide di venderlo, così i tre uomini si mettono in viaggio verso Barletta. In questo viaggio, i tre imparano anche molto su se stessi, si avvicinano a se stessi, litigano e piangono insieme.

“Non so da quanti anni non parlavo con mio padre. Penso anche che sia stata la prima volta in assoluto. Forse perché non avevamo mai camminato in montagna in una notte stellata. Forse perché ora eravamo meno padre e figlio e più due uomini. Solo con le tenebre e il timore dell’assenza di Dio.”

Il romanzo, raccontato da Nicola, inizia in modo un po’ lento e non si sviluppa fino a circa metà del libro, quando arrivano nella casa, che viene descritta minuziosamente, come appare dopo molti anni di incuria, cosa deve essere fatto nell’immediato per viverla, inoltre, ci vengono descritti i vicoli e il mare in modo così dettagliato e con colori così vividi da sembrare quasi tangibili. Durante la lettura, diventa subito chiaro che Balzano usa il viaggio e l’appartamento come metafore, come simboli di ricordi, relazioni padre-figlio, sensazioni di casa e cambiamenti o esperienze di vita. Per nonno Leonardo l’appartamento, rappresenta la sua radice, l’ancòra che lo tiene legato al suo vero mondo che ha dovuto lasciarsi alle spalle, una sensazione sepolta in profondità ma mai svanita. Per Riccardo, nonostante abbia molti ricordi della sua infanzia, il legame sentito con questo appartamento è diverso, ha portato alla disintegrazione e alle continue discussioni tra i fratelli. Per Nicola invece è l’appartamento delle vacanze, dove poteva trascorrere il suo tempo libero e stare con i nonni e gli amici. Per quanto siano diversi gli stati d’animo e i sentimenti di ciascuno di loro riguardo all’appartamento, il loro legame con esso è ancora forte.

“Forse non era passato abbastanza tempo per sentirlo, forse il viaggio con i due era servito non solo a svuotarci la sabbia dalle tasche, ma anche a cogliere finalmente con le nostre mani le somiglianze che non ci eravamo mai ammessi”.

Ho trovato interessante l’idea delle tre generazioni a confronto, peccato che l’autore non abbia approfondito e sviluppato alcuni personaggi.
Il nonno era quello più rappresentato, il suo confronto con il passato e l’addio ai suoi vecchi amici erano ben illustrati e dolorosamente commoventi. Mentre Il figlio e il nipote, per me, erano rappresentati solo superficialmente. Di Riccardo, per esempio, del suo passato e delle sue motivazioni non viene fuori molto, così come di suo figlio Nicola, mi è rimasto estraneo, non riuscivo a capire lui e le sue azioni. Tuttavia, Balzano ha creato una storia piena di sentimento, tranquilla, malinconica e molto riflessiva. Una storia di tre generazioni, diverse anche nel linguaggio, dal dialetto marcato di Leonardo a quello un pò meno di Riccardo per finire con l’italiano di Nicola che ci induce a riflettere sul concetto di identità, di appartenenza e su quello delle nostre radici.

Voto 3,5/5


Dal Libro

“Mentre apriva la porta, non potei fare a meno di pregare che i segni della rovina non lo colpissero tutti in una volta, che il deterioramento delle pareti e degli oggetti gli arrivasse gradualmente, distribuito in tutti i suoi ultimi giorni nell’appartamento presso il mare. Una crepa dopo l’altra, non l’ampio abisso tra le cose. Le sue cose che aveva fiduciosamente lasciato lì come in un santuario ben chiuso.


Chi è Marco Balzano

Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann. A questo primo romanzo hanno fatto seguito Pronti a tutte le partenze (Sellerio 2013), L’ultimo arrivato (Sellerio 2014), con il quale vince nel 2015 il premio Campiello. Altre pubblicazioni con Einaudi: Resto qui (2018), Le parole sono importanti (2019) e Quando tornerò (2021). Nel 2022 è il vincitore del «Premio letterario Friuli-Venezia Giulia. Il racconto dei luoghi e del tempo».


Lascia un commento