Gli anni della polvere

Titolo: Gli anni della polvere
Titolo originale: Stay away from Gretchen
Autore: Susanne Abel
Nazionalità Autore: Germania
Data di Pubblicazione: 10 marzo 2022
Editore: Nord
Genere: Narrativa Contemporane/Storica
Pagine: 432

Tom non ha mai avuto un buon rapporto con la madre. Ma, da quando Greta ha iniziato a mostrare chiari sintomi di demenza senile, ha messo da parte i risentimenti per prendersi cura di lei, sopportandone persino le dimenticanze più dolorose, come chiamare il defunto padre col nome sbagliato o chiedere notizie della «sorella» di Tom, che però è figlio unico. Tuttavia c’è qualcosa nel tono di Greta – una dolcezza così insolita per lei – che induce Tom a dubitare si tratti solo di deliri indotti dalla malattia. E i suoi sospetti si trasformano in certezza il giorno in cui, nascosti in un cassetto, trova la foto di un soldato afroamericano e una vecchia bambola. Inizia così per Tom un viaggio attraverso un passato che Greta non ha mai voluto condividere con nessuno: gli anni spensierati nella casa di famiglia nella Prussia orientale, all’epoca parte del Reich; poi la fuga a piedi verso ovest, cacciati dai sovietici alla fine della seconda guerra mondiale; i primi, durissimi mesi ad Heidelberg, a lottare contro la fame e il freddo, e infine l’incontro con Bob Cooper. Bob, che era stato il primo, travolgente amore di Greta, un lampo di felicità purissima spazzato via dai pregiudizi di un Paese in cui non c’era posto per chi aveva un diverso colore della pelle… Seguendo il filo della memoria, a poco a poco Tom ricostruisce la figura di una donna lontanissima dall’immagine che aveva di sua madre, una donna forte, appassionata e caparbia. E capisce che l’amore è l’unica cosa che rimane quando si ha dimenticato tutto, e sarà quell’amore, alla fine, a indicargli la via per ritrovare la sua famiglia perduta…

“Sii buono e non rubare niente, ma se trovi qualcosa mandalo a casa!”

La storia è raccontata su due linee temporali, da un lato nel presente del 2015 incontriamo Tom, un noto conduttore di un notiziario, arrogante e presuntuoso, completamente assorbito dal suo lavoro da non accorgersi che sua madre Greta, che ha ottantaquattro anni, mostra segni di demenza. Solo quando la madre viene prelevata dalla polizia a centinaia di chilometri da Colonia, confusa e disorientata, Tom si rende conto che deve prendere sul serio la malattia di sua madre. Per la prima volta Greta racconta la sua infanzia nella Prussia orientale. La rabbia di Tom per essere infastidito da sua madre, che ha la demenza, e che deve accudirla si trasforma in curiosità mentre pian piano viene a conoscenza della vita di sua madre. Il secondo arco temporale racconta l’infanzia di Greta nella Prussia orientale, con suo padre nazionalsocialista, sua madre che lavora nella fabbrica di munizioni, suo nonno socialdemocratico e la sua amorevole matrigna di Heidelberg e sua sorella maggiore. Più il romanzo va avanti, più si penetra in profondità nella commovente storia di Greta. Intanto Tom si imbatte nella fotografia di una bambina dalla pelle scura ed inizia a indagare sul passato di sua madre.

Con una scrittura semplice e scorrevole anche se poco emotiva, l’autrice collega molto bene i due archi narrativi e affronta importanti questioni: Il nazionalsocialismo, l’umanità, la xenofobia, la demenza e la gestione dei genitori anziani. Il romanzo mi ha fatto conoscere eventi completamente nuovi sulla Germania del dopoguerra, perché non avevo mai sentito parlare del fenomeno dei “Brown Babies”, i “figli della guerra”, la maggior parte di questi bambini erano frutto di uno stupro, nati dalla violenza dopo la liberazione e per questo erano fonte di vergogna per cui venivano dati in adozione.

“Non ci volevano in Germania e nemmeno negli Stati Uniti…”

Ho trovato molto più emozionante il filo narrativo del passato, non solo per le tematiche affrontate ma per il personaggio di Greta. La giovane Greta è un personaggio fantastico, così pieno di vita ed energia e sono stata davvero presa dalla sua storia. Questa bambina che affronta gli orrori della guerra e lotta per la sopravvivenza nel dopoguerra e che non si lascia sconfiggere facilmente e riesce a sfruttare al meglio ogni situazione, e all’epoca non era sempre facile. Greta nel presente sta cadendo sempre più nella demenza, e fa male il modo in cui perde la connessione e quindi anche il disorientamento. Ma non è questo il motivo per cui non mi è piaciuto il filo narrativo del presente, è stato piuttosto per Tom. È un personaggio prepotente, spocchioso, ha un modo antipatico di trattare le altre persone, ero infastidita da questo personaggio ed è per questo che non sono riuscita ad interessarmi alla storia del presente.

Mentre la trama di Greta è totalmente coerente, il finale del presente l’ho trovato poco credibile. Nel complesso è stata una lettura piacevole, plasmata da una dolorosa storia d’amore, con tematiche importanti ma mi aspettavo di più.

Voto 3,5/5


Chi è Susanne Abel

Susanne Abel vive e lavora a Colonia, in Germania. Dopo la laurea alla German Film and Television Academy di Berlino, ha intrapreso la carriera di autrice e regista di numerosi documentari. Gli anni della polvere è il suo primo romanzo.


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