L’Apprendista Assassino

  • Titolo: L’apprendista assassino
  • Titolo originale: Assassin’s Apprentice
  • Autore: Robin Hobb
  • Nazionalità Autore: Stati Uniti
  • Data di Pubblicazione: 17 giugno 2021
  • Editore: Fanucci
  • Genere: Fantasy
  • Pagine: 480

Un’umanità di servi e signori abita un mondo pervaso da una magia sottile e inquietante, fra intrighi di corte e minacce di misteriosi pirati in grado di manipolare le loro vittime privandole di ogni forma di raziocinio e sentimento. Tra questi pericoli si aggira il giovane Fitz, un “bastardo” di stirpe reale, la cui sola consolazione è un magico e tenero legame con gli animali. Accolto a corte, Fitz dovrà apprendere l’uso delle armi e le regole dell’etichetta, ma il suo destino è legato all’abilità di uccidere nell’ombra… Diventare un assassino vuol dire intraprendere un mestiere crudele e solitario, e soprattutto scoprire i propri poteri, lascito del sangue dei Lungavista… Sospeso nella magia del mito e del romanzo cavalleresco, “L’apprendista assassino” racconta un universo drammatico in cui la lotta fra il Bene e il Male non è mai una guerra tra opposti inconciliabili, ma uno scontro umano tra fato e necessità, tra libero arbitrio e destino, con personaggi la cui esistenza è sempre, inevitabilmente, imprevedibile.

La penna vacilla, poi sfugge alla mia presa, lasciando una striscia d’inchiostro come la traccia di una lumaca attraverso la carta.
Ho rovinato un’altra pagina di buon materiale per quella che sospetto sia un’impresa futile. Mi
chiedo se sono in grado scrivere questa storia, o se ogni pagina conterrà la subdola manifestazione di un’amarezza che credevo morta da tempo. Mi considero guarito da ogni rancore, ma quando la penna tocca il foglio, il dolore di un ragazzo trasuda come sangue insieme all’inchiostro creato dal mare, al punto da farmi sospettare che ciascuna lettera nera accuratamente tracciata sia una crosta sopra un’antica ferita scarlatta.
Noi uomini non sappiamo soffrire come soffrono i cani. Ma soffriamo per molti, molti anni.

Era da tanto che volevo leggere la trilogia dei Lungavista e finalmente per una challenge sulla magia ho avuto l’opportunità di iniziarlo e immergermi nel mondo fantasy di Robin Hobb.

Trilogia dei Lungavista:

L’apprendista assassino

L’assassino di corte

Il viaggio dell’assassino

La storia si svolge nel regno dei Sei Ducati. Il libro inizia con il protagonista, FitzChevalier che scrive il suo memoriale sui Sei Ducati raccontandoci la storia sin da quando era bambino. FiztChevralier è il figlio bastardo di Chevralier, Re-in-attesa (erede al trono). Quando Fitz ha 6 anni, il nonno materno lo porta alla corte reale per sbarazzarsi di lui e da quel momento Fitz cresce sotto la tutela di Burrich, capostalliere e braccio destro di Chevralier, che lo alleva come meglio può. Il suo arrivo reca scompiglio a corte, poichè frutto del peccato, Chevralier rinuncia al trono in favore del fratello minore Veritas, e si allontana da Castelcervo senza nemmeno conoscere il figlio. Il piccolo Fitz in quanto bastardo, viene disprezzato o ignorato da tutte le persone della corte, quindi vive solo con la compagnia del burbero Burrich che lo cresce come un figlio ma con il quale non ha molto dialogo; e con la compagnia di cani e cavalli, con i quali tramite lo “Spirito” (potere considerato perverso) crea forti legami che Burrich spezzerà. Fitz passa molto tempo a Borgo Castelcervo, dove nessuno sa chi sia, si fa degli amici e conosce Molly, una ragazzina vivace e indipendente che avrà un ruolo importante nella sua vita. Un giorno il Re Sagace si accorge di lui e decide di farne un uomo fidato e leale alla corona così incarica Umbra( suo fratello bastardo) di addestrarlo, in gran segreto, per farne l’assassino di corte. Inizia così il suo apprendistato, attraverso le pagine vedremo come Fitz impara a scrivere, a duellare a scoprire le proprietà delle erbe e poco a poco si preparerà a compiere le sue missioni di assassinio. Intanto il regno è sempre sotto la minaccia dei Pirati delle navi Rosse, che saccheggiano, distruggono e forgiano gli abitanti delle coste e mentre il Re-in-attesa Veritas è impegnato tramite l “Arte” ad allontanare le minacce, Regal il fratello minore trama per prendersi il trono. Così, tra intrighi di palazzo, strani allenamenti, la minaccia della guerra e una piaga quasi magica, scopriremo come cresce il piccolo Fitz.

“a me sembrava pieno di bellezze e meraviglie, perché ogni curva della strada mi portava in un posto dove non ero mai stato

Worldbuilding:

La Hobb ci presenta un classico mondo feudale. Un paese diviso in regni, con i propri usi e costumi, ognuno con i propri reggenti ma tutti subordinati al Re di Castelcervo. I loro eserciti si difendono dai popoli barbari e dagli attacchi dei pirati, vivono di pesca, commercio, agricoltura. L’ambientazione è ben curata e a parte il Regno delle Montagne non ha nulla di particolare.

Il sistema magico

Il sistema magico creato da Robin Hobb, consiste in due poteri magici sottili, legati al potere della mente a cui solo pochi possono accedere.

Arte nella sua forma più semplice, consiste nella trasmissione del pensiero da una persona a un’altra. Può essere usata in vari modi. In battaglia, per esempio, un comandante può comunicare semplici informazioni e ordini direttamente ai suoi subordinati, se sono stati addestrati a riceverli. Un potente adepto dell’Arte può usare il suo talento per influenzare anche le menti non addestrate come quelle dei suoi nemici, infondendo in loro timore o confusione o dubbio. Usando l’Arte il praticante prova un’intensità vitale, un sollevarsi dell’essere, che può distrarlo dal trarre il successivo respiro. Potente è questo sentimento, perfino negli usi più comuni dell’Arte, e conduce alla dipendenza, se l’intento non è forte. 

A questo scopo vengono istruiti degli adepti per dare più forza al re.

Spirito È il potere del sangue della bestia, proprio come l’Arte viene dal lignaggio dei re. Comincia come una benedizione, perché ti permette di comunicare con gli animali. Ma poi ti prende e ti trascina in basso, ti rende una bestia come loro. Fino a quando non rimane in te neanche un brandello di umanità, e tu corri e agiti la lingua e assaggi il sangue, come se il branco fosse tutto quello che hai mai conosciuto. Alcuni dicono che a quel punto un uomo prende la forma della bestia, ma uccide con la passione di un uomo piuttosto che con la semplice fame della bestia.

Questo potere è malvisto dalla società e viene considerato blasfemo e perverso.

“Non fare quello che non puoi disfare sino a quando non avrai considerato quello che non potrai fare se lo farai.”

I Personaggi:

Fitz è il protagonista indiscusso della trilogia, attraverso la sua voce scopriremo tutto ciò che accade alla sua vita e quello che succede nei Sei Ducati. Attraverso la stesura del suo memorandum ripercorre la sua storia sin da quando viene abbandonato dal nonno materno alla corte del re. Un povero bambino che non ricorda la madre e non sa neppure qual’è il suo nome, tanto che Burrich inizialmente lo chiama ragazzo ma che poi gli viene attribuito il nome Fitz che significa proprio Bastardo quindi FitzChevralier (il bastardo di Chevralier). Un bambino che soffre la sua condizione perchè pur di sangue reale non potrà mai essere un erede; a corte viene deriso e non considerato, soffre molto la solitudine e scopre ben presto di avere lo Spirito, quel potere che gli permette di vivere in simbiosi con Naruto, un cane che poi Burrich gli toglierà. Mi sono molto affezionata a questo ragazzino che pur di sentirsi parte di una famiglia accetta la proposta di Re Sagace e diventare il suo assassino di corte, giurandogli la sua lealtà. Questo ragazzino che darebbe la vita per Veritas solo perchè lo tratta con gentilezza. Non c’è assolutamente niente che sia facile per il povero ragazzo, ma è persistente e molto più intelligente e vigile di quanto sembri inizialmente, quindi pian piano nonostante gli intrighi e le cattiverie di Regal, sotto l’ala protettrice di Veritas imparerà a leggere e a duellare e sarà inserito alle lezioni per affinare il potere dell’Arte anche se sarà ben presto ostacolato dal maestro d’Arte. Sotto la guida segreta di Umbra imparerà l’arte di uccidere e verso la fine del libro sarà mandato insieme a Regal nel Regno delle Montagne per le future nozze di Veritas con la principessa Kettricken, con una missione speciale.

‘La completa solitudine getto’ il suo seme in me a quel punto, e affondo’ dentro di me radici profonde

Chevralier Il re-in attesa, erede al trono dei Sei Ducati, sposato con Dama Pazienza e padre di Fitz. Nel libro non lo incontreremo mai, ma sappiamo che era una persona capace, adatto per guidare gli eserciti e soprattutto la persona giusta a cui affidare il regno.

Veritas Un personaggio leale e sincero, che tratta Fitz con gentilezza. Secondogenito di Re Sagace, diventato re-in-attesa dopo che Chevralier lascia il trono, che sente molto la responsabilità di guidare il regno, soprattutto da quando il regno è in costante minaccia degli attacchi dei Pirati delle navi Rosse. Infatti passa tutto il suo tempo rinchiuso nella torre cercando, tramite l’Arte, di depistare i Pirati, tanto che sarà il fratello minore Regal a trovare ed organizzare le nozze con la principessa Kettricken del Regno delle Montagne, non solo per degli accordi commerciali soddisfacenti ma con la prospettiva di assicurare degli eredi al regno.

«Devo essermi assopito, perché mi sono svegliato con la sua mano sui miei capelli. “Ti dicono di vegliare su di me così, ragazzo, anche quando dormo? Cosa temono, allora?
«Niente che io sappia, Veritas. Mi dicono solo di portarti del cibo e di vedere come meglio posso che tu lo mangi. Non più di questo”.

Regal Terzogenito nella linea di successione, figlio di re Sagace e della sua seconda moglie. Regal è un ragazzo viziato, arrogante e geloso, che odia Fitz e lo ostacolerà in tutti i modi possibili.

“La spietatezza crea le proprie regole. Così me lo ha insegnato mia madre. Le persone sono intimidite da un uomo che agisce senza apparente riguardo per le conseguenze. Comportati come se non potessi essere toccato e nessuno oserà toccarti”.

Burrich Capo stalliere e sottoposto di Chevralier, un uomo forte e burbero, che in nome dell’affetto che lo legava a Chevralier si prenderà cura del figlio, lo cresce come se fosse suo anche se i loro rapporti non sono dei più pacifici.

“Partita persa? Una partita non è finita fino a quando non hai vinto, Fitz.”

Umbra Fratello bastardo di Re Sagace, incaricato di istruire Fitz a diventare un assassino. Un personaggio che vive nell’ombra, di cui nessuno conosce l’esistenza, che convoca Fitz durante la notte tramite una porta nascosta nella sua stanza e che diventerà un riferimento importante per Fitz.

«Ti insegnerò i modi cattivi, furtivi ed educati per uccidere le persone. O svilupperai un gusto per questo, oppure no. Non è qualcosa di cui sono responsabile. Ma mi assicurerò che tu sappia come”.

Questi sono i personaggi principali, ma naturalmente ce ne sono molti altri a partire dalla sua amica Molly, Galen maestro dell’Arte, Piuma maestro scrivano, Poiana maestra d’armi, Il Matto buffone di corte.

«Sei un bastardo, Fitz. Siamo sempre un rischio e una vulnerabilità. Siamo sempre sacrificabili. Tranne quando siamo una necessità assoluta per la loro stessa sicurezza”.

La Prosa.

Mi è piaciuta molto la prosa dell’autrice, inizialmente può sembrare lenta, penso che sia il genere di epic fantasy che ha bisogno di tutto il tempo per scoprire il mondo creato dalla Hobb. La narrazione è densa, ponderata e molto descrittiva, ricca di dettagli. Ad inizio di ogni capitolo c’è un introduzione che spiega meglio l’ambiente e il mondo dei Sei Ducati, inoltre la storia essendo narrata in prima persona è molto introspettiva. Fitz ci immerge non solo nel suo mondo ma anche nei suoi pensieri ed emozioni. L’autrice crea un protagonista affascinante, non un protagonista eroe, perfetto, ma un ragazzo con le sue debolezze, le sue insicurezze e i suoi limiti. Ed è questo, secondo me, il punto di forza di questo libro.

“Essere aperti significa solo non essere chiusi. E si entra nella mente di un altro soprattutto quando si è disponibili a uscire dalla propria.”

Ogni volta che torno a leggere un epic fantasy mi rendo conto di quanto mi mancasse il genere, e con L’apprendista assassino ho trovato una storia fatta nello stile del fantasy classico, cioè un libro che si prende il suo tempo per presentare la trama e che cattura più per la bella prosa dell’autrice che per le azioni. C’è chi dice che l’inizio è lento, è vero, è un libro abbastanza introduttivo e in cui non succede molto, non ci sono grandi avventure fino alla fine, ma non importa perchè c’è una lunga presentazione di luoghi, personaggi e trame che progressivamente acquistano rilevanza. Ho adorato la narrazione di Robin Hobb, descrive incredibilmente bene non solo i paesaggi, ma anche le sensazioni, ho potuto sentire la nostalgia del protagonista mentre raccontava la sua storia e ho sofferto con lui ogni volta che ha avuto dei momenti difficili. Il povero Fitz è costantemente sottoposto a conflitti interni, sempre alla ricerca di appartenenza, di essere riconosciuto, ma allo stesso tempo la sua missione è essere un assassino, lavorare nell’ombra, rimanere nascosto e se ciò non bastasse, sente tutto il peso della sua condizione di essere un bastardo, sente di essere motivo di vergogna e disonore per suo padre e per i reali; questi suoi pensieri mi hanno fatto soffrire molto, avrei voluto abbracciare e coccolare Fitz tante volte e dirgli che non era colpa sua. Mi è piaciuto vedere come stava crescendo e la visione che aveva della donna, che non fosse solo un ornamento, ma una compagna. Ho adorato il rapporto che aveva con i suoi cuccioli, il sentirsi capito e accettato. Mi sono piaciuti anche i personaggi di Burrich e Veritas ed ho trovato molto enigmatico Il Matto. L’unica cosa che non mi è piaciuta è che non ci sono molte spiegazioni sulla “forgiatura” si sa solo che le persone che la subiscono si comportano da esseri irrazionali senz’anima e vivono di razzie, uccidendo chiunque sul loro cammino. Come ho detto prima, sono rimasta affascinata dalla penna dell’autrice, dalla sua capacità di descrivere, dal suo talento nel dettagliare sentimenti e sensazioni. A giudicare dal finale, sento che il meglio deve ancora venire. Non mi resta che iniziare L’assassino di corte.

Voto 4,5/5


La Saga di FitzChevalier è composta da:

Trilogia dei Lungavista: 

1. L’apprendista assassino 

2. L’assassino di corte 

3. Il viaggio dell’assassino 

Trilogia dell’Uomo Ambrato: 

1. Il risveglio dell’assassino 

2. La furia dell’assassino 

3. Il destino dell’assassino

Trilogia Fitz and the Fool:

1. L’assassino. Il ritorno

2. L’assassino. La Vendetta

3. L’ultima Caccia


“La maggior parte delle prigioni ce le costruiamo da noi. Un uomo si costruisce anche la libertà.”


Dal Libro

«Un bastardo, Regal, è una cosa unica. Metti un anello con sigillo alla sua mano e mandalo fuori, e hai creato un diplomatico che nessun sovrano straniero oserà voltare le spalle. Può essere mandato in sicurezza dove un principe del sangue non può essere messo a rischio. Immagina gli usi per chi è e tuttavia non è della stirpe reale. Scambi di ostaggi. Alleanze coniugali. Lavoro tranquillo. La diplomazia del coltello”.

“L’appetito per l’Arte è quello che divora un uomo, non uno che lo nutre.”


Chi è Robin Hobb

Robin Hobb è lo pseudonimo adottato dal 1995 da Margaret Astrid Lindholm Ogden (1952), una scrittrice statunitense. È autrice soprattutto di romanzi fantasy, ma ha pubblicato anche diverse opere di fantascienza. Dal 1983 al 1992 ha pubblicato col nome di Megan Lindholm opere che si rifanno al fantasy contemporaneo (come per esempio la saga The Ki and the Vandien Quartet), mentre quelli pubblicati come Robin Hobb sono caratterizzati da uno stile epico-medievale che porta il racconto su un piano più reale (ricordiamo la saga de L’assassino, pubblicata in Italia da Sperling & Kupfer, e che termina con L’ultima caccia, uscito nel 2017). Insieme a George R.R. Martin, è una delle firme più amate del fantasy contemporaneo e ha vinto i premi più importanti riservati a questo genere: l’Hugo Award, il Locus Award, il Nebula Award, il British Fantasy Society Best Novel Award e il Dutch Elf Fantasy Award.


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