La figlia del capitano

  • Titolo: La Figlia del capitano
  • Titolo originale: Капитанская дочка
  • Autore: Aleksandr Puškin
  • Nazionalità Autore: Russia
  • Data di Pubblicazione: 1 luglio 2013
  • Editore: Crescere
  • Genere: Classici
  • Pagine 160

Il sedicenne Petr Grinev viene inviato dal padre a prestare il servizio militare a Orenburg, insieme al suo servitore Savelfi. Durante il viaggio sono sorpresi da una tormenta e salvati da un uomo che li conduce a una locanda. I due riescono poi a raggiungere la fortezza di Belogorsk, dove fanno la conoscenza del comandante Kuzfimi, di sua moglie, della loro figlia Mar’ja e del giovane ufficiale Vabrin. Tra Petr e quest’ultimo sorge subito una forte antipatia, in quanto entrambi sono innamorati di Mar’ja, e si sfidano a duello. Petr rimane ferito e, durante la sua convalescenza, la ragazza gli confessa di amarlo, nonostante suo padre sia contrario al loro matrimonio. La fortezza viene poi assediata dai cosacchi ribelli guidati dal terribile e sanguinario Pugaev, nel quale Savelfi riconoscerà l’uomo che li aveva salvati dalla tormenta… Nel capolavoro di Puskin, scritto nel 1836 e divenuto un classico della letteratura russa dell’Ottocento, si assiste alla crescita e alla maturazione del giovane Petr Andreevi. Un romanzo ricco di azione e colpi di scena, ma allo stesso tempo un libro romantico, che rievoca antiche atmosfere e tutto il fascino della Russia di Caterina la Grande.

“Quando rammento che ciò accadde ch’ero già vivo e che oggi sono giunto al mite regno dell’imperatore Alessandro, non posso non stupire dei progressi della civiltà e della diffusione dei precetti di filantropia. Giovanotto! Se le mie memorie capiteranno fra le tue mani, ricordati che i mutamenti migliori e più solidi sono quelli che procedono dal miglioramento dei costumi, senza scosse violente di sorta.”

La figlia del capitano è un resoconto romanzato della ribellione storica di Pugachev, quando i cosacchi insorsero contro Caterina II tra il 1773 e il 1775. Il protagonista è Piotr Andreyich Grinev, unico figlio di un nobile minore, che vive in campagna, senza alcuna esperienza e avendo sempre vissuto sotto la supervisione dei genitori e del suo tutore Savelich, viene mandato dal padre a prestare servizio nell’esercito e per questo il padre ritiene prudente mandarlo in una regione remota, lontana dai pericoli di una città come San Pietroburgo ed è così che viene assegnato alla guarnigione della fortezza di Belogorsk, dove incontrerà e s’innamorerà di Maria Ivavnova, la figlia del capitano Ivan Kusmich. Durante il suo servizio a Belogorsk, la fortezza viene attaccata e invasa dai cosacchi con a capo Pugachev, che casualmente il giovane aveva incontrato durante il suo tragitto, e per questo gli viene permesso di andarsene senza essere giustiziato, ma lui farà di tutto per tornare e liberare la sua amata.

– mio marito! – ella ribatté, – lui non è mio marito. Io non sarò mai sua moglie! Ho piuttosto deciso di morire, e morirò, se non mi si libererà.

Amo molto i romanzi storici, ho letto Tolstoj, Dostoevskiji e so quanto è impegnativa la letteratura russa, pensavo che anche questo breve racconto fosse ostico, invece ho trovato questa lettura molto scorrevole, Puškin descrive molto bene le peculiarità della Russia imperiale dell’epoca senza mai annoiare, e mescola bene la narrativa con il contesto storico. Il narratore del romanzo è Piotr, quindi la narrazione è semplice, adeguata all’età del narratore che riesce a trasmetterci le sue paure e la sua tristezza. Inizialmente quando il protagonista descrive la sua vita e le sue aspirazioni, non riuscivo a trovare molta empatia con lui, pensavo che fosse abbastanza indisciplinato e insopportabile, ma la vita nel servizio militare, la ribellione dei cosacchi, le avventure che vive, lo fanno maturare e alla fine si finisce per amarlo. Mi è piaciuto anche Pugachev, il “cattivo” nel quale l’autore ci presenta anche il lato umano. Inizialmente la storia ha un ritmo lento, ma acquista vivacità man mano che seguiremo le avventure del giovane Piotr e non possiamo fare a meno che tifare per lui e desiderare che possa vivere la sua favola.

Quindi, anche se l’autore e la trama fanno un po’ paura, non lasciatevi scoraggiare, è un mix tra storia e favola molto scorrevole e con questo personaggio che è quasi alla deriva, che viene improvvisamente coinvolto in situazioni complicate ma che riesce sempre a cavarsela, tutto diventa più accattivante. Un classico molto piacevole da leggere ,sembra quasi una fiaba.

Voto 3,5/5


Dal Libro

La tortura un tempo era così radicata negli usi della procedura, che il benefico editto che la sopprimeva rimase a lungo senza effetto. Si pensava che la personale confessione del delinquente fosse indispensabile per la sua piena convinzione, idea non solo senza fondamento, ma addirittura contraria a un sano concetto giuridico: perché, se la negazione dell’imputato non si riconosce come prova della sua innocenza, la sua confessione ancora meno deve essere prova della sua colpevolezza.


Chi è Aleksandr Sergeevič Puškin

Aleksandr Sergeevič Puškin (1799-1837), nato a Mosca e morto in seguito alle ferite ricevute in un duello, è il fondatore della letteratura russa moderna e ha incarnato il disagio dell’intellettuale russo di fronte al potere zarista. Fin dal 1819, infatti, si legò agli ambienti progressisti antizaristi ispirati dalle idee illuministiche per cui fu sempre ostacolato dai rappresentanti del regime, forse indiretti responsabili anche della sua morte violenta. Tra le sue opere principali vanno ricordate Evgenij Onegin (1823-1831), Boris Godunov (1825) e I racconti di Belkin (1830).


Lascia un commento