La stagione della caccia

  • Titolo: “La stagione della caccia
  • Titolo originale: “La stagione della caccia
  • Autore: Andrea Camilleri
  • Nazionalità Autore: Italiana
  • Data di Pubblicazione: 1992
  • Editore: Sellerio
  • Genere: Romanzo Giallo/storico
  • Pagine: 154 p. Formato paperback

In un libretto su una strage di stato a ridosso della rivoluzione siciliana del 1848, pubblicato qualche anno fa (monografia storica, ma scritta con la grazia e l’umorismo del narratore), Camilleri ripeteva un’idea a lui evidentemente molto cara. Che i siciliani sono «tragediatori», sono paghi cioè soltanto quando possono finalmente fondere insieme la vita e la scena, recitare, appunto sulla scena della vita, ciò che succede loro veramente tornando in illusione a comandare sulla sorte e mutandola in sogno. Di questo teatro della vita Camilleri mostra di amare soprattutto il lato di commedia; e commedia – racconto della commedia che un paese siciliano di fine Ottocento inscena vivendo una catena di morti e un amore cocciuto – è La stagione della caccia. Ma non commedia dell’arte, farsa di macchiette; al contrario, genere alto, in cui ciascuna delle parti in gioco è un personaggio scolpito – con un brio che dà tenace divertimento – nell’atto in cui svolge il suo gioco delle parti. Camilleri spiega di aver tratto l’idea del romanzo (che avrebbe potuto essere piegato linearmente a intrigo giallo, e lo è invece a sorpresa, tortuosamente) da una battuta registrata nella famosa Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1876. All’interrogante, che chiedeva se si fossero verificati fatti di sangue in un paesino, veniva risposto: «No. Fatta eccezione del farmacista che per amore ha ammazzato sette persone». Come a dire: non è successo nient’altro che un sogno. Il sogno che questo libro viene a raccontare.

Domani si apre la stagione della caccia e io non voglio morire sparato.

Siamo nel 1880 a Vigata, un piccolo paesino immaginario della Sicilia, quando un giorno arriva un forestiero ed il paesino è in fermento, tutti vorrebbero scoprire chi è il forestiero e cosa è venuto a fare a Vigata. Inizialmente lui dice di chiamarsi Santo Alfonso de’ Liguori, ma dopo che apre la farmacia si scopre che il suo vero nome è Alfonso La Matina detto Fofò, figlio di Santo – conosciuto in paese per le sue abilità nel curare con le erbe – ucciso molti anni prima. Non voglio svelare molto della trama se non che dall’arrivo di Fofò La Matina succedono molte morti sospette legate alla famiglia Peluso, una ricca e nobile famiglia di Vigata.

Per avere sicuramente masculo, bisogna fare un giorno di digiuno assoluto. La sera farsi una ventina di chilometri a pedagna e subito dopo avere il rapporto

Da siciliana mi vergogno un pò per aver snobbato Camilleri, a mia discolpa devo dire di averlo fatto perchè non amo i gialli e quindi non avevo mai preso in considerazione i suoi libri pur avendone diversi in libreria, che dire… è stata una sorprendente e bella rivelazione. Penso di aver letto questo libro in poche ore, ridendo a crepapelle, mentre immaginavo vividamente i personaggi che mi presentava il romanzo.
La gioia di questa storia nera e terrosa, è il cast di personaggi, dal prete che s’intromette nella vita dei suoi parrocchiani al campiere Natale Pirrotta con la sua voluttuosa moglie Trisina, da Don Filippo di Peluso alla moglie Donna Matilde, da ‘Ntontò all’intraprendente farmacista ed ancora molti altri. Camilleri si affida ad un narratore onnisciente per farci conoscere i pensieri e le emozioni dei protagonisti, ma la cosa che mi è molto piaciuta è lo stile, Camilleri ha affidato l’italiano al narratore e il dialetto per i dialoghi, rendendolo ancora più stretto nei dialoghi dei meno colti; l’ho trovato estremamente piacevole, ed essendo siciliana ho rivisto e ritrovato molto della cultura della Sicilia dai personaggi, tutti ben scolpiti, all’ambientazione: il piccolo paesino dove tutti sanno tutto di tutti, la piazza, il circolo dei nobili, le zone rurali con la descrizione della vendemmia, della raccolta delle olive, della stagione dei funghi; tutto è stato per me così vivido che mi sembrava di viverlo il racconto. La trama è ben orchestrata e la narrazione, pur trattando tematiche come l’ossessione di Don filippo di avere il figlio “masculo“, la pazzia di donna Matilde dopo la morte del figlio, la differenza di classe, è briosa e scorrevole.

„A me, che non sono nobile, fa piacere appartenere proprio al Circolo dei nobili, mentre al contrario, di fare parte di un qualsiasi circolo Garibaldi non mi fotte un’amata minchia.“

Sono molto soddisfatta di questa prima lettura di Camilleri, anzi mi sono proprio “arricriata” (divertita), non so se gli altri riprendono lo stesso stile ma sicuramente li leggerò. In conclusione consiglio caldamente questa briosa e godibile narrazione.

Voto 4/5

La Stagione Della Caccia – C’era Una Volta Vigata è un film del 2019, diretto da Roan Johnson, con Miriam Dalmazio, Donatella Finocchiaro, Francesco Scianna. Durata 115 minuti. La stagione della caccia, è ambientato in Sicilia tra Scicli e Ispica. La pellicola è stata girata in molte location interne alla regione, dalle palazzine, ai centro città, passando per le piazze e i porti, all’interno dei quali hanno recitato i protagonisti vestendo abiti d’epoca.


Dal Libro

Magari con quella… sempre nibba. Vidissi, carissimo Barone, mi sono fatto persuaso che una buona riuscita non s’accucchia niente con il sole, la luna, la posizione e neanche trattasi di caso d’impotenza generandi come dice il dottor Smecchia, perché io una figlia l’ho avuta. L’avverto: se le noto quel lampo negli occhi che io so cosa sta a significare, la sparo qui e subito. La mia signora è una santa donna.

Perché ho capito oggi che mi sono stufato. Per una vita mi sono incaponito a volere una cosa e quando finalmente l’ho avuta mi sono addumato che non ne valeva la pena.


Chi è Andrea Camilleri

Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (AG) il 06 settembre del 1925, figlio di Carmelina Fragapane e Giuseppe Camilleri. Nel docufilm del 2014 “Il maestro senza regole” Camilleri rivela che sua nonna Carolina e Luigi Pirandello erano cugini di primo grado e racconta il buffo incontro che egli ebbe da bambino con l’anziano premio Nobel per la Letteratura. Il giovane Camilleri consegue la maturità classica al liceo Empedocle di Agrigento nel 1943 senza sostenere l’esame finale poichè le scuole erano state chiuse in vista dell’imminente sbarco delle forze alleate e si era deciso di considerare valido il secondo scrutinio trimestrale. Già nel 1942 inizia a lavorare come regista teatrale e sceneggiatore. Dopo aver conseguito il diploma si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia ma non consegue la laurea. Conclude invece gli studi nel 1952 presso l’accademia di Arte Drammatica Silvio d’Amico, alla quale viene ammesso come unico allievo regista nel 1949. Da allora ha firmato la regia di più di cento opere televisive ma soprattutto teatrali, tra cui la prima rappresentazione di un’opera di Beckett in Italia (Finale di partita nel 1958). Nel 1957 entra alla RAI e si sposa con Rosetta Dello Siesto dalla quale ha tre figlie. Insegna al Centro sperimentale di cinematografia negli anni 60 ed dal 1977 al 1997 è titolare della cattedra di Regia all’accademia di Arte Drammatica Silvio d’Amico, dove ha come allievi nel corso della sua carriera grandi nomi del cinema italiano come Luigi Locascio, Luca Zingaretti, Fabrizio Gifuni, Emma Dante. Autore estremamente prolifico, ha scritto un’ottantina tra romanzi gialli, storici e svariati lavori di narrativa e non, quasi tutti con protagonista la sua Sicilia.


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