Notturno di cuori

Titolo Notturno di cuori

Autore Jojo Moyes

Editore Mondadori

Genere Narrativa Straniera/Contemporanea

Pagine 371

Titolo originale Night Music

Notturno di cuori – Sinossi

Isabel Delancey, violinista di talento, ha avuto tutto dalla vita, ma quando il marito muore improvvisamente, lasciandola piena di debiti, la sua esistenza cambia drasticamente. Costretta a trasferirsi insieme ai figli in una fatiscente casa nel Norfolk, dovrà affrontare ogni sorta di difficoltà, ma scoprirà dentro di sé una forza e un istinto di sopravvivenza che mai avrebbe immaginato di possedere. E riuscirà ancora a suonare gli accordi più segreti del suo cuore.

La casa aveva continui cedimenti, si scrostava della vernice come se non avesse più tempo né voglia di dar prova del suo grandioso passato. Al pianterreno c’erano diverse finestre senza vetro, chiuse alla meglio con pezzi di legno scompagnati. La ghiaia del vialetto era rada e coperta di ortiche che si strusciavano malevole contro gli stinchi.
«Signor Pottisworth, sono io… Laura.»
Aspettò finché non giunse un grugnito dal piano superiore. Era bene allertare il vecchio del suo arrivo: la trave sopra la porta era tempestata dei colpi di tutte le volte in cui se ne era dimenticata. Per fortuna, aveva commentato suo marito, la vecchia carogna ci aveva sempre visto poco.
«Le ho portato la cena.»

All’inizio del romanzo incontriamo Laura e Matt McCarthy che da diversi anni si prendono cura del loro vicino anziano, molto odioso e ingrato, nella speranza di ereditare, dopo la sua morte, “Spanish House” una vecchia dimora. Invece, alla morte del vecchio, la casa viene lasciata in eredità alla nipote Isabel Delancey, una talentuosa violinista dedida solo alla musica, che vive a Londra con i suoi due figli. Rimasta vedova di recente dopo che suo marito è morto in un terribile incidente d’auto, Isabel è veramente disperata, il marito si occupava dell’aspetto finanziario e i figli erano accuditi da una tata, quindi quando lui muore il suo mondo implode. Mentre lei rimane assorta nel suo dolore, sarà la figlia Kitty a gestire le bollette da pagare, occuparsi del fratello Thierry che non ha detto una parola dalla morte di suo padre. Alla fine sommersa dai debiti, Isabel Delancey si ritrova senza altra scelta che trasferirsi in campagna in questa fatiscente casa di famiglia con i suoi figli. La casa è tutt’altro che accogliente: ci sono crepe, umidità, non c’è bagno nè riscaldamento insomma necessita di molti lavori di ristrutturazione. E così finisce per affidare i lavori a Matt McCarthy, lo stesso Matt che vuole disperatamente la casa e che farà di tutto per sabotare ed indurre Isabel a svendere la proprietà.

Quando ero piccola, pensavo che una casa fosse solo una casa. Un luogo dove si mangiava e si giocava e si litigava e si andava a dormire, quattro mura tra le quali si portava avanti la faccenda del vivere. Non le ho mai attribuito chissà quale importanza. Con il passare del tempo ho capito che una casa poteva essere l’apice di un desiderio, un riflesso di come la gente vedeva se stessa, di come voleva vedere se stessa; poteva indurre le persone a fare cose che procuravano loro disgrazia o disonore. Ho capito che una casa – nient’altro che mattoni, malta, legno, tutt’al più un pezzetto di terra – poteva diventare un’ossessione. Quando lascerò casa mia, andrò in affitto.

Ho iniziato questo libro per una traccia di una challenge, pensavo fosse troppo smielato e devo dire che tutto sommato è stata una lettura piacevole,con una prosa molto scorrevole, e con personaggi abbastanza interessanti.

Isabel all’inizio, sembra mettere la sua musica davanti alla sua famiglia, mette la testa sotto la sabbia di fronte ai problemi ed è così incredibilmente credulona ed ingenua che si lascia facilmente abbindolare da Matt. Perdere suo marito e dover affrontare i suoi problemi l’ha fatta crescere immensamente e di conseguenza le ha permesso di dimostrarsi una madre migliore per i suoi figli. Matt è un personaggio orribile, è arrogante e prepotente, ha tradito la moglie diverse volte, ma lei continua a stare con lui. E poi c’è Byron Firth una persona che dopo essere uscito di prigione ha molte difficoltà a trovare lavoro, vive con poco ed è costretto ad un certo punto ad alloggiare di nascosto in uno scantinato della casa; e che secondo me, meritava più centralità, ho sentito che aveva un vero potenziale ma non l’ho trovato ben sviluppato.

“Restò seduta al tavolo della cucina tutta la mattina, a mettere ordine tra le carte e ad osservare, nero su bianco, la realtà della sua situazione finanziaria. Quello che vide le diede quasi un senso di vertigine. E’ rimasto solo questo pensò. E ci sono solo io. Sono responsabile di tutto. I ragazzi dipendono da me. A quanto pareva, nessuno aveva considerato l’ipotesi che potesse non essere all’altezza”

In questo romanzo c’è la fragilità di una donna e la forza di una madre: giorno dopo giorno, Isabel scoprirà la portata della situazione in cui si trovano lei e i suoi figli. Questa casa che simboleggiava i loro sogni di una nuova vita si rivelerà gradualmente un vero incubo, saranno costrette a rivedere le priorità della vita, e cioè avere un tetto e mangiare a sufficienza. Jojo Moyes descrive molto bene gli aspetti peggiori dell’essere umano, le gelosie e i risentimenti che possono esistere in un piccolo paese in cui tutti si conoscono, ma possiamo anche vedere l’aiuto reciproco che possono esistere all’interno di una comunità. E poi, naturalmente tra inganni, tradimenti e disillusioni, c’è anche l’amore, l’amore di una madre per i figli, l’amore di due ragazzini, l’amore per la musica e la riscoperta dell’amore.

Voto 3,5/5


CIRCA L’AUTORE

Jojo Moyes

Jojo Moyes (1969), è nata e cresciuta a Londra. Scrittrice e giornalista, ha lavorato all'”Independent” per dieci anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Attualmente è una delle più affermate scrittrici in Inghilterra. I suoi romanzi sono sempre in testa alle classifiche e riscuotono un grande successo di critica e di pubblico. Vive nell’Essex con il marito e tre figli.



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