I cieli di Philadelphia

Titolo I cieli di Philadelphia

Autore Liz Moore

Editore  NN Editore

Genere Detective Story

Pagine 464

Titolo originale Long Bright River

I cieli di Philadelphia – Sinossi

Michaele Fitzpatrick è un’agente di polizia. Vive da sola e tra mille difficoltà si prende cura del figlio Thomas, un bambino dolce e intelligente. Pattuglia le strade di Kensington, il quartiere di Philadelphia dove è cresciuta e dove l’eroina segna il destino di molti, perché vuole tenere d’occhio l’amata sorella Kacey, che vive per strada e si prostituisce per una dose. Un giorno, Kacey scompare da Kensington, proprio nel momento in cui qualcuno comincia a uccidere le prostitute del quartiere. Michaela teme che sua sorella possa essere la prossima vittima e con l’aiuto del suo ex partner, Truman, inizierà a cercarla con fiera ostinazione, mettendo in pericolo le persone più care, e rivelando una verità che lei stessa prova a negare con tutte le sue forze. Tra detective story e saga familiare, Liz Moore costruisce un romanzo in cui passato e presente si intrecciano e si illuminano componendo il ritratto di una donna vulnerabile e coraggiosa, tormentata da scelte sbagliate e fedele al suo senso di giustizia, e racconta un quartiere ai margini del sogno americano, ma cuore pulsante di un’umanità genuina e desiderosa di riscatto.

Sui binari di Gurney Street c’è un cadavere. Donna, età imprecisata, probabile overdose, dice il centralino.
Io penso: Kacey. È un tic, un riflesso condizionato, qualcosa di tagliente e inconscio che vive dentro di me e spedisce lo stesso messaggio alla stessa area primordiale del mio cervello ogni volta che viee segnalato un cadavere di sesso femminile. Poi arriva, arrancando, la parte di me più razionale, letargica, ottusa, un soldato zelante e tonto che mi snocciola probabilità e statistiche: l’anno scorso a Kensington ci sono stai novecento morti per overdose. E nessuno di loro era Kacey.

La storia si svolge a Kensington, un quartiere di Philadelphia, ed è incentrata su due sorelle, Kacey e Mickey. Mickey è un agente di polizia e una madre amorevole, mentre Kacey è una tossicodipendente e vive per strada prostituendosi; Mickey non la sente da anni, ma tiene d’occhio sua sorella e si assicura che non le venga fatto del male. Quando nel distretto vengono uccise giovani prostitute, Mickey gira nel quartiere in cerca della sorella, nessuno l’ha vista o sentita da diversi mesi. Per cui ogni volta che arriva sulla scena del crimine è terrorizzata che possa essere sua sorella. Spinta dal legame infinito con la sorella, Mickey è determinata a ritrovarla e non si fermerà davanti a nulla per salvarla, anche se questo significa mettersi in pericolo.

La prima volta che l’ho trovata morta, mia sorella aveva sedici anni. Era l’estate del 2002. Venerdì pomeriggio, quarantotto ore prima, era uscita da scuola con le amiche e mi aveva detto che sarebbe tornata prima di sera.
Ma non era tornata.

Liz Moore, alternando gli eventi del presente (Adesso) in cui Mickey sta cercando sua sorella e conduce le indagini; agli eventi del passato (Allora) in cui scaviamo a fondo nell’infanzia e nell’adolescenza delle due sorelle, rivelando il modo in cui la loro relazione si deteriora nel tempo, crea una storia avvincente e di forte impatto emotivo. Sebbene l’indagine sulle donne uccise sia abbastanza centrale, è decisamente in secondo piano rispetto al viaggio personale, onesto e ferocemente appassionato di Mickey. La parte del passato mette a nudo la storia delle sorelle Fitzpatrick, cresciute dalla loro nonna amareggiata dopo che sua figlia è morta per overdose ed arrabbiata con il loro padre accusato di aver portato la figlia in quel mondo; l’autrice mette in rilievo l’importanza della genitorialità e su come i genitori sono in qualche modo responsabili di come crescono i loro figli e delle persone che diventano; avere una madre alle prese con la dipendenza e un padre assente ha reso l’infanzia delle due sorelle una tragedia piena di vuoto, dolore e sentimenti di essere indegni e non amati. Fin dall’inizio, l’autrice stabilisce la distanza tra le due sorelle nonostante l’affetto che provano l’una per l’altra, vediamo come le decisioni che prendono le porteranno in direzioni opposte. Eppure, nel momento in cui Kacey è nei guai, Mickey sa con certezza che farà di tutto per proteggere sua sorella, e che nonostante la distanza e il risentimento, alcuni legami sono così profondi da non spezzarsi totalmente.

Fuori dai finestrini: il solito miscuglio di gente che cerca una dose o se ne è appena fatta una. Metà delle persone sui marciapiedi pare sciogliersi lentamente a terra, incapace di reggersi sulle gambe. Chi fa battute su cose del genere la chiama “l’inclinazione di Kensington”. Io non lo faccio mai.

Il libro offre anche un ritratto senza compromessi di un quartiere devastato dalla droga e della lotta contro la dipendenza e di quanto difficile possa essere questa lotta, vedere come non solo la vita di Kasey è distrutta a causa della droga, ma anche assistere al dolore che provoca non solo a se stessa ma a coloro che la amano mi ha fatto sentire un infinita tristezza.

Kacey si comportava sempre così: faceva quello che non doveva, era come se volesse attirarsi le sfuriate, sfidare gli adulti a punirla con sempre maggiore severità, mettere alla prova i limiti della loro rabbia. Ogni volta che potevo cercavo di distrarla da quest’impresa, perché detestavo assistere alla punizione che inevitabilmente riceveva.

I cieli di Philadelphia è molto più di un romanzo poliziesco su omicidio, tossicodipendenza o prostituzione, il libro affronta anche i temi dei rapporti familiari, della maternità, delle ferite dell’infanzia e dei legami che le legano. È una storia vivida, viscerale e profondamente emotiva; Liz Moore è una scrittrice incredibile e il modo in cui dà vita a questi personaggi e alle loro storie è davvero magistrale. Sono storie potenti e toccanti che puntano i riflettori su un lato del nostro mondo che non sempre viene illuminato.

Voto 4,5/5


Dal Libro

Ecco il segreto che scoprii quel giorno: nessuno di loro vuole essere salvato. Vogliono tutti sprofondare nella terra, essere inghiottiti, continuare a dormire. Quando vengono resuscitati, sul loro viso si dipinge l’odio. È un’espressione che ho visto decine di volte sul lavoro, alle spalle di un povero paramedico il cui compito è ripescarli dall’aldilà.

Ma se il mio aspetto mi imbarazzava, ero orgogliosa della mia intelligenza e in segreto credevo che fosse una dote che riposava silenziosa dentro di me, come un drago addormentato che sorveglia un mucchio di ricchezze che nessuno, nemmeno Gee, avrebbe mai potuto portarmi via. Un’arma che un giorno avrei impiegato per salvarci tutt’e due: me e mia sorella.


CIRCA L’AUTORE

Liz Moore

Liz Moore è una scrittrice e musicista americana, e insegna Scrittura creativa alla Temple University di Philadelphia. Il suo romanzo Il peso (Neri Pozza 2012) è stato selezionato per l’International IMPAC Dublin Literary Award. Dopo aver vinto il Rome Prize nel 2014, l’autrice ha trascorso un anno all’American Academy di Roma, dove ha completato la stesura di The Unseen World, di prossima pubblicazione per NNE.


Lascia un commento