Il popolo dell’autunno

Titolo Il popolo dell’autunno

Autore Ray Bradbury

Editore  Mondadori 

Pagine 278

Genere Horror/Fantascienza

Titolo originale Something Wicked This Way Comes

Il popolo dell’autunno – Sinossi

Green Town, anonimo centro dell’Illinois. Manca una settimana alla festa di Halloween, quando la sonnacchiosa cittadina viene sconvolta da un “carnevale nero” scatenato da un circo misterioso che sembra promettere l’avverarsi di tutti i desideri e l’eterna giovinezza. Saranno due amici tredicenni, James Nightshade e William Halloway, a sconfiggere le forze del Male e a riscattare le anime dell’intera comunità. Ma impareranno fin troppo presto a fare i conti con i propri incubi.
Capolavoro della moderna letteratura gotica, Il popolo dell’autunno rivela al lettore, attraverso lo sguardo libero e curioso dei bambini, tutta la maturità di uno dei massimi scrittori contemporanei di fantascienza.

Il male non ha altro potere che quello che gli diamo.

In una piccola cittadina del Midwest americano, incontriamo Will Halloway, nato il 30 ottobre, un minuto prima di mezzanotte e Jim Nightshade, nato solo un minuto dopo. Will e Jim sono amici inseparabili, il primo è pauroso e prudente, il secondo audace e spericolato, Un giorno assistono all’arrivo di un’uomo che vende parafulmini che li avvisa dell’arrivo di una tempesta che distruggerà la casa di uno di loro se non metteranno un parafulmine sul tetto. Alle tre del mattino arriva su un treno fantasma, il popolo dell’autunno con a capo Mr. Dark, l’uomo illustrato, seguono l’Uomo Serpente, l’Uomo Elettrico, la Mummia, la Strega della Polvere, il Palloncino, lo Scheletro, il Nano; esseri che sembrano usciti dall’inferno, persone reclutate e ingannate dal maligno. Il circo itinerante è arrivato con la sua giostra che permette al tempo di andare avanti o indietro, ad ogni giro si invecchierà se la giostra gira a destra, o si ringiovanisce se la giostra gira a sinistra; con il suo labirinto di specchi che ci mostra il passato deformato dai ricordi e il futuro deformato dalle aspettative e dalle paure e con tante altre attrazioni. Un carnevale emerso dall’oscurità per tentare, con i suoi desideri, mostri e specchi, gli abitanti della cittadina.

Da dove vengono? Dalla polvere. Dove vanno? Verso la tomba. È sangue che scorre nelle loro vene? No: è il vento della notte. Che cosa pulsa nella loro testa? Il verme. Che cosa parla attraverso le loro bocche? Il rospo. Che cosa guarda attraverso i loro occhi? Il serpente. Che cosa ode attraverso le loro orecchie? L’abisso tra le stelle. Scatenano il temporale umano per le anime, divorano la carne della ragione, riempiono le tombe dei peccatori.

Con una prosa intensa, serrata, onirica a tratti poetica e a volte caotica l’autore ci fa riflettere sull’eterna lotta tra il bene e il male, e sull’inesorabile passare del tempo: bambini che cercano avidamente di essere grandi, e adulti che con nostalgia vorrebbero tornare giovani. I personaggi sono meravigliosi, in particolare il padre, l’eroe e l’uomo illustrato, il cattivo; spiccano anche i due bambini, Will e Jim, che sono i motori della storia, e anche i personaggi secondari hanno il loro peso: la strega, lo scheletro, il nano… in questa magica storia dell’orrore.

“Oh, sarebbe fantastico se potessi essere bravo, comportarti come un brav’uomo, senza doverci pensare più e più volte. Ma è difficile, vero?

Un romanzo che ci ricorda che non possiamo anticipare o ritardare il tempo, che dobbiamo accettare il suo passaggio con ottimismo e che ogni età ci rende ciò che siamo senza lasciarci prendere dalla nostalgia o dalla tristezza. Un bel romanzo, con una bella prosa, con belle riflessioni ma non è riuscito a catturarmi pienamente.

Voto 3,5/5

CURIOSITA’
Il titolo originale de Il popolo dell’autunno di Ray Bradbury: Something wicked this way comes (Qualcosa di sinistro sta per accadere) è la citazione di un verso tratto dal dramma Macbeth di William Shakespeare.


Dal Libro

Perché certe persone sono tutte come le zampe delle cavallette, tutte antenne vibranti, un grande ganglio, e continuano eternamente ad annodarsi e a riannodarsi? Ardono in una fornace per tutta la vita, sudano le proprie labbra, e fanno risplendere i loro occhi e cominciano così dalla culla. Gli amici sparuti e famelici di Cesare. Divorano le tenebre, che esistono e respirano. E così è Jim: tutto ortiche. E Will? Oh, lui è l’ultima pesca, alta su un albero estivo. Certi bambini passano e ti viene da piangere, quando li vedi. Hanno l’aspetto buono, senti che sono buoni, sono buoni.


AUTORE

Ray Douglas Bradbury

Ray Douglas Bradbury nasce a Waukegan, nell’Illinois, il 22 agosto del 1920, figlio di un operaio elettrico statunitense di origini inglesi e di una casalinga svedese.
Nel 1934, durante la Grande Depressione, a causa della quale il padre rimase disoccupato, si trasferì con la propria famiglia in California, dove scoprì il mondo della fantascienza, tanto da iniziare a scrivere alcuni racconti sulle riviste del settore.
Nel 1950 raccolse in un unico volume le sue Cronache marziane, che ottennero un vasto successo internazionale non ancora intaccato dal passare degli anni.
L’anno successivo seguì il capolavoro per cui è maggiormente ricordato, Fahrenheit 451, una sorta di elogio alla lettura ambientato in una società distopica. Negli anni successivi Bradbury intraprese la carriera di sceneggiatore cinematografico, iniziata con Moby Dick la balena bianca di John Huston, senza però dimenticare la sua carriera di romanziere.
Negli ultimi anni della sua vita si dimostrò sfavorevole ai libri in formato elettronico, tanto da impedire che le proprie opere venissero pubblicate in forma digitale. Solo nel 2011 ha consentito di pubblicare in formato elettronico il suo romanzo di maggior successo, Fahrenheit 451, sostenendo comunque di preferire il formato cartaceo.
Il 5 giugno 2012, all’età di 91 anni, è morto a Los Angeles, nella villa dove si era ritirato.


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