I sette mariti di Evelyn Hugo

Titolo I sette mariti di Evelyn Hugo

Autore Taylor Jenkins Reid

Editore Mondadori

Pagine 420

Genere Narrativa Contemporanea

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Sinossi Dopo anni vissuti lontano dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso? Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera. E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile.

“Quando ti viene data l’opportunità di cambiare la tua vita, devi essere disposto a fare tutto il necessario per raggiungerla. Il mondo non ti dà le cose: devi prenderle. Se hai intenzione di imparare qualcosa da me, probabilmente dovrebbe essere quello”.

I sette mariti di Evelyn Hugo è un libro elogiato da molti lettori e con tante recensioni positive e penso davvero che le meriti tutte. Il motivo? Sicuramente per Evelyn Hugo, vi assicuro che è uno dei personaggi più belli che abbia letto finora. Ho amato questa donna.

Il libro è strutturato in sette parti, ciascuna intitolata con il nome di uno dei mariti di Evelyn che insieme a Monique sono le voci narranti. Evelyn ha vissuto una vita molto piena, è una Diva acclamata e osannata, ora a quasi settant’anni è pronta a raccontare della sua vita solo ed esclusivamente a Monique e per tutto l’arco narrativo ci porremo il quesito del perchè abbia scelto proprio lei. Il modo di raccontare è semplice e coinvolgente, il ritmo, inizialmente più lento, aumenta man mano che la protagonista inizia a raccontare la sua storia.

“E non ho detto che confessavo peccati. Dire che quello che ho da dire è un peccato è fuorviante e offensivo. Non provo rimpianto per le cose che ho fatto – almeno, non per le cose che potresti aspettarti – nonostante quanto possano essere state dure o quanto possano sembrare ripugnanti alla fredda luce del giorno”.

L’autrice in questo romanzo affronta argomenti problematici: la sessualità, la misoginia e il dover conformarsi alle norme della società. Evelyn è bisessuale e per tutto il libro si confronta con la bi-fobia, ci racconta di come doveva celare e nascondere la sua relazione, dei sotterfugi per ritagliarsi qualche attimo di felicità e della sua relazione travagliata: era così ovvio che si amavano, eppure non potevano stare insieme, perché il mondo non glielo permetteva e non avrebbe capito; il vero significato che ho tratto da questo libro è che la vita è breve, e non dovremmo spenderla fingendo di essere qualcosa che non siamo ma vivere per come siamo amando le persone che sono degne e meritevoli del nostro amore.

“Non è sbagliato”, ha detto Celia. “Non dovrebbe essere sbagliato, amarti. Come può essere sbagliato?”

“Non è sbagliato, tesoro. Non lo è”, dissi. “Si sbagliano.”

“Se ami abbastanza qualcuno, dovresti essere in grado di superare qualsiasi cosa”, ha detto. “E ci siamo sempre amati così tanto, più di quanto avessi mai pensato di poter essere amata, più di quanto avessi mai pensato di poter amare. Allora perché… perché non siamo riusciti a superarlo?”

Evelyn Hugo:

“Volevo guadagnare tanto quanto Don? Certo che l’ho fatto. Volevo prendere la busta paga e spedirgliene una copia con una foto del mio dito medio. Ma soprattutto volevo la libertà di fare quello che volevo”.

Raramente mi sono imbattuta in un personaggio così potente e ben creato come quello di Evelyn Hugo.. Seguiamo Evelyn fin dall’inizio: perde la madre molto giovane, derisa e maltrattata dal padre, il suo corpo che si sviluppa molto rapidamente e sa che la sua bellezza è un vantaggio e la usa per ottenere ciò che vuole, e cioè andarsene dalla sua cittadina in cerca di successo. Ho adorato il fatto che a volte Evelyn fosse così spietata e cinica, poteva essere davvero orribile ed egoista, ma era anche compassionevole, premurosa e protettiva nei confronti di coloro che amava. E quello che mi ha affascinato di più di lei, è che accetta il suo lato oscuro, che sa di essere stata egoista e inquietante in certe situazioni e non se ne pente perché era quello che doveva fare.

“Le ho detto ogni singolo giorno che la sua vita era stata il dono più grande del mondo per me, che credevo di essere stata messa sulla terra non per fare film o indossare abiti verde smeraldo e salutare la folla, ma per essere sua madre”.

“Rimpiango ogni secondo che non ho passato con lei. Rimpiango ogni cosa stupida che ho fatto che le ha causato un grammo di dolore. Avrei dovuto inseguirla per strada il giorno in cui mi ha lasciato. Avrei dovuto pregarla di restare. Avrei dovuto scusarmi e inviare rose e stare in cima all’insegna di Hollywood e gridare: “Sono innamorato di Celia St. James!” e lasciare che mi crocifiggino per questo”.

Monica Grant:

“Perché, fino a questo momento, non mi sono reso conto che il problema è la mia fiducia? Che la radice della maggior parte dei miei problemi è che devo essere abbastanza sicuro di chi sono per dire a chiunque non gli piaccia di andare a farsi fottere? Perché ho passato così tanto tempo ad accontentarmi di meno quando so dannatamente bene che il mondo si aspetta di più?”

Un personaggio inizialmente timido, complessato e depresso per via della separazione dal marito, che non credeva in se stessa, ma il contatto quotidiano con la forte personalità di Evelyn le danno consapevolezza nelle proprie capacità, fiducia e coraggio, diventando una giovane donna di successo.

“Evelyn, chi era il tuo grande amore? Puoi dirmelo.”

Evelyn guarda fuori dalla finestra, inspira profondamente e poi dice: “Celia St. James”.

Celia S. James:

“Mi piaci davvero. Mi piace guardarti sullo schermo. Mi piace come nel momento in cui ti presenti in una scena, non riesco a guardare nient’altro. Mi piace il modo in cui la tua pelle è troppo scura per i tuoi capelli biondi, il modo in cui i due non dovrebbero andare insieme eppure sembrano così naturali su di te. E ad essere onesti, mi piace quanto tu sia calcolatore e orribile.”

Beh… lei era l’amore della vita di Evelyn, anche lei attrice, brillantissima e capace ma non sono riuscita ad amarla, era un pò troppo egoista, gelosa e a volte con atteggiamenti puerili. Non sopportavo che dovesse essere sempre Evelyn a mettere a posto le cose quando sorgevano problemi fra di loro anche se s’intuiva che amasse profondamente Evelyn.

“Era così che era con Celia. Quando le hai negato ciò che voleva, quando le hai fatto del male, si è assicurata che anche tu ferissi.

“Così mi sono detto che la scintilla tra me e Celia era solo un capriccio che avevamo. Il che era convincente finché rimaneva bizzarro.

A volte la realtà ti crolla addosso. Altre volte la realtà aspetta semplicemente, pazientemente, che tu esaurisca l’energia necessaria per negarlo.

Harry Cameron:

“Voglio stare con qualcuno che amo. Voglio avere un compagno. Vorrei portare qualcuno a casa dalla mia famiglia. Non voglio più vivere da solo. E voglio un figlio o una figlia. Potremmo farlo insieme. Non posso darti tutto. So che. Ma voglio crescere una famiglia e mi piacerebbe crearne una con te”.

E dopo Evelyn, il personaggio che mi ha rubato il cuore è stato Harry Cameron, produttore ed anche uno dei mariti di Evelyn, il suo migliore amico sempre premuroso e gentile, rispettoso e pronto ad aiutarla in qualsiasi circostanza. Il dolore di Harry mi ha spezzato il cuore, è stato straziante sentire la sua sofferenza.

“Non permettere mai a nessuno di farti sentire normale.”

Questo libro è veramente meraviglioso, con una bella prosa , vivida e descrittiva, non mi sono mai annoiata, ogni secondo è stato completamente coinvolgente. L’amicizia di Evelyn e Harry è stata una delle cose più belle che abbia mai letto. Erano così perfetti insieme, così vicini che a volte sembrava che potessero leggersi nella mente e penso che tra tutti i mariti che Evelyn ha sposato nel corso degli anni, Harry è stato sicuramente il migliore; molto più che semplici amici, erano confidenti, anime gemelle e spiriti affini e, soprattutto, si amavano profondamente!

“Ho passato metà del mio tempo ad amarla e l’altra metà a nascondere quanto l’amavo”.

Classificazione: 5 su 5.

📕 Dal libro

“Odiavo essere chiamata lesbica. Non perché pensassi che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’amare una donna, intendiamoci. No, ci sono venuta a patti molto tempo fa. Ma Celia vedeva solo le cose in bianco e nero. Le piacevano le donne e solo le donne. E mi piaceva. E così spesso ha negato il resto di me”.

“Non sai quanto velocemente hai corso, quanto duramente hai lavorato, quanto sei veramente esausto, finché qualcuno non si mette dietro di te e dice: “Va tutto bene, ora puoi cadere. Ti prenderò.”
Quindi sono caduta.
E Harry mi ha catturata.


AUTORE

Taylor Jenkins Reid nata nel Maryland il 20 dicembre 1983 (età 37 anni)

è una scrittrice americana nota per i suoi romanzi I sette mariti di Evelyn Hugo, Malibu Rising e Daisy Jones & The Six


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