La canzone di Achille

Titolo La canzone di Achille

Autore Madeline Miller

Editore Marsilio

Pagine 382

Genere Mitologia

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La canzone di Achille racconta la storia di Patroclo ed Achille, la storia inizia quando Patroclo dopo aver ucciso accidentalmente un ragazzo, viene esiliato dal padre sull’isola di Phtia; qui ancora ragazzo conosce Achille e seguiremo dapprima la nascita della loro amicizia e poi del loro amore, fino agli eventi che si svolgono nella guerra di Troia con il triste epilogo che tutti conosciamo.

Amo la mitologia greca e adoro gli amori tragici. Questo libro aveva tutti gli ingredienti per affascinarmi.

L’intero romanzo è raccontato esclusivamente attraverso la prima prospettiva di Patroclo, attraverso la sua visione, possiamo vedere la vulnerabilità di Achille e possiamo anche vedere l’attitudine di Achille per le virtù che il più delle volte erano nascoste in molti racconti. Il libro può essere diviso in due parti molto diverse. La prima parte racconta l’infanzia e l’adolescenza dei protagonisti, che ho amato completamente; e la seconda metà, la guerra di Troia che, malgrado dovesse esserci più azione, è stata più lenta ma estremamente commovente. Pensavo che sapere come andrà a finire la storia per questi personaggi avrebbe sminuito la mia esperienza, ma così non è stato

.

“Questo, dico. Questo e questo. Il modo in cui i suoi capelli sembravano al sole estivo. La sua faccia quando correva. I suoi occhi, solenni come un gufo a lezione. Questo e questo e questo. Tanti momenti di felicità, che si affollano in avanti”.

È fondamentalmente una storia d’amore nel mezzo della guerra di Troia, quindi ha il meglio di entrambi i mondi; ha le battaglie e il pericolo, ma anche il romanticismo e la tensione.

I Personaggi

Patroclo:

“Patroclo”. Era il nome che mio padre mi aveva dato, speranzoso ma sconsiderato, alla mia nascita, e sapeva di amarezza sulla mia lingua. “Onore del padre”, significava.

Il miglior personaggio del libro, educato, attento, gentile e si prendeva sempre cura di Achille. Era un amico, un amante, un maestro, era tutto ciò che c’era di buono in Achille, tirava fuori il meglio di lui. Gli ha insegnato la compassione e l’amore, era un’ancora e qualcuno da cui poteva tornare a casa! È un personaggio che è cresciuto molto nel corso della storia. Da ragazzo timido e insicuro è passato ad essere un uomo forte, compassionevole e soprattutto leale. Ho adorato Patroclo

‘Verrai con me?’ chiese.

Il dolore infinito dell’amore e del dolore. Forse in qualche altra vita avrei potuto rifiutare, strapparmi i capelli e urlare, e costringerlo ad affrontare la sua scelta da solo. Ma non in questo. Sarebbe salpato per Troia e io l’avrei seguito, anche fino alla morte.

Sì, ho sussurrato. Sì.

Achille

“Ah.” Un sorriso sornione si allargò sul suo viso; aveva sempre amato la sfida. ‘Beh, perché dovrei ucciderlo? Non mi ha fatto niente.’

Un mortale che possiede abilità divine per le battaglie “il piè Achille” personaggio affascinante, meraviglioso, perfetto, onorevole, intelligente, innocente e onesto; poi la guerra di Troia lo cambia, lo trasforma rendendolo una persona completamente diversa. Mi è dispiaciuto che sia prevalso l’orgoglio e la vanagloria e che nemmeno le suppliche di Patroclo siano riuscite a farlo ravvedere.

“Il tuo onore potrebbe esserne oscurato.”

“Allora è oscurato.” La sua mascella scattò in avanti, testarda. “Sono sciocchi se lasciano che la mia gloria si alzi o cada su questo.”

“Ma Odisseo -“

I suoi occhi, verdi come foglie primaverili, incontrarono i miei. “Patroclo. Ho dato loro abbastanza. Non gli darò questo”

Achille e Patroclo:

“Eravamo come dei, all’alba del mondo, e la nostra gioia era così luminosa che non potevamo vedere nient’altro che l’altro”.

Achille e Patroclo avevano un rapporto così onesto e bello, una connessione così profonda che nessuno poteva distruggerla, un amore così forte da mettere da parte tutti gli ostacoli, la loro fiducia così profonda da poter parlare di tutto!!! Era così dolce che non potevano nemmeno essere arrabbiati l’uno con l’altro e anche se Patroclo non era sempre contento delle decisioni di Achille, faceva comunque del suo meglio per supportarlo come meglio poteva, anche se ciò significava che doveva andare contro la sua volontà. Penso che alla fine il loro amore incondizionato l’uno per l’altro sia stata l’unica cosa che è stata in grado di spezzarli e alla fine lo ha fatto.

“Ho visto allora come ero cambiato. Non mi importava più, che ho perso quando abbiamo corso e ho perso quando abbiamo nuotato verso le rocce e ho perso quando abbiamo lanciato lance o saltato pietre. Perché chi può vergognarsi di perdere per tanta bellezza? Bastava guardarlo vincere, vedere le piante dei suoi piedi lampeggiare mentre sollevavano la sabbia, o l’alzarsi e l’abbassarsi delle sue spalle mentre attraversava il sale. Era abbastanza».

”Il mio polso salta, per nessuna ragione che posso nominare. Mi ha guardato mille volte, ma c’è qualcosa di diverso in questo sguardo, un’intensità che non conosco. La mia bocca è secca e posso sentire il suono della mia gola mentre deglutisco.

Lui mi guarda. Sembra che stia aspettando».

“I suoi occhi erano irremovibili, verdi screziati d’oro. Una certezza salì in me, si fermò nella mia gola. Non lo lascerò mai. Sarà questo, sempre, finché me lo permetterà».

“Aveva davvero pensato che non lo avrei conosciuto? Potrei riconoscerlo solo al tatto, all’olfatto, lo riconoscerei cieco, dal modo in cui arrivava il suo respiro e i suoi piedi toccavano terra. Lo riconoscerei da morto, alla fine del mondo».

Naturalmente anche se la narrazione si concentra su Patroclo e Achille come personaggi, c’erano personaggi secondari fondamentali e molto importanti per lo sviluppo della storia, come: Teti, Ulisse, Briseide…

Odisseo:

Conosciamo tutti l’astuzia di Odisseo, eroe di grande intelligenza, furbo e scaltro. E pur avendo dato dei buoni consigli ad Achille, era probabilmente il peggiore, nascondendosi dietro la maschera di un amico, ha manipolato il giovane Achille costringendolo a salpare per Troia, mandandolo incontro al suo funesto destino. Malgrado ciò resta per me un personaggio incredibilmente carismatico.

“Posso darti un consiglio? Se sei veramente suo amico, lo aiuterai a lasciarsi alle spalle il suo cuore tenero. Andrà a Troia per uccidere gli uomini, non per salvarli”. I suoi occhi scuri mi trattenevano come una corrente che scorre veloce. “Lui è un’arma, un assassino. Non dimenticarlo. Puoi usare una lancia come bastone da passeggio, ma questo non cambierà la sua natura”.

Teti:

La madre di Achille, una Dea altera e fredda e fa di tutto per ostacolare la storia del figlio con Patroclo; capisco che fosse a conoscenza del destino di Achille, capisco anche che essendo la madre volesse proteggerlo, ma non l’ho proprio sopportata per come disprezzasse Patroclo e anche se alla fine si è riscattata mi è rimasta antipatica.

“Sorrisero, amando ogni centimetro del loro miracoloso principe: i suoi capelli lucenti, le sue mani mortali, i suoi piedi agili. Si chinarono verso di lui, come fiori al sole, bevendo nel suo splendore. Era come aveva detto Ulisse: aveva abbastanza luce per farne di tutti degli eroi».

Avendo già letto Circe, conoscevo quanto fosse incantevole la prosa della Miller, sono affascinata dal suo stile di scrittura così evocativo, visivo è davvero meraviglioso. La narrazione mi ha completamente immersa nell’ambiente della Magna Grecia, con i suoi edifici, il suo clima, i suoi paesaggi naturali, quasi sentivo il freddo della grotta di Chirone e gli odori dell’isola di Phtia. La costruzione e l’arco drammatico dei personaggi principali è stata di grande spessore, ma la cosa più incredibile di questo romanzo è quanto fossero ben espressi i sentimenti dei personaggi; sono saltati fuori dalle pagine in modo efficace, rendendo palpabile il loro amore. Anche se non è mai entrata nei dettagli, non ha mai permesso loro di dire che si amavano; si percepiva in ogni singolo momento che condividevano insieme. È sempre fondamentale imparare ciò che conta veramente nella vita e non perderlo mai di vista: la fiducia, l’orgoglio, la gelosia e la seduzione della gloria mettono alla prova il rapporto di Patroclo e Achille al suo limite massimo.

Meravigliosamente straziante e tragico, il primo romanzo di Madelline Miller, ancor più di Circe, esplode di emozioni palpabili: mi ha fatto piangere, mi ha fatto arrabbiare, mi ha fatto sorridere e mi ha toccato profondamente.

Classificazione: 5 su 5.

📕 Dal libro

“E forse è il dolore più grande, dopo tutto, essere lasciato sulla terra quando un altro se ne è andato.”

Nell’oscurità, due ombre, che si protendevano attraverso il crepuscolo senza speranza e pesante. Le loro mani si incontrano e la luce si riversa in un diluvio, come cento urne d’oro che versano il sole”.

“Vero. Ma la fama è una cosa strana. Alcuni uomini guadagnano gloria dopo la morte, mentre altri svaniscono. Ciò che è ammirato in una generazione è aborrito in un’altra». Allargò le sue larghe mani. «Non possiamo dire chi sopravviverà all’olocausto della memoria. Chi lo sa?” Sorride. “Forse un giorno anche io sarò famoso. Forse più famoso di te.”


Madeline Miller

Nata a Boston il 24 Luglio 1998 ma cresciuta a New York e Filadelfia, Madeline Miller ha studiato lettere classiche alla Brown University ed ha insegnato greco e latino per anni nei licei americani. Nel settembre 2011 è stato pubblicato il suo romanzo d’esordio, La canzone di Achille, la cui stesura ha occupato circa dieci anni. Il romanzo racconta la storia dell’amore tra Patroclo e Achille prima e durante la guerra di Troia. Nel 2018 viene pubblicato il suo secondo libro, Circe, incentrato sulla figura della strega di Eea al di là dell’episodio narrato da Omero nell’Odissea. Il romanzo viene accolto positivamente dalla critica ed è stato candidato al Women’s Prize for Fiction, un premio che la Miller aveva già precedentemente vinto per la sua opera d’esordio nel 2013.


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