I quaderni Botanici di Madame Lucie

Titolo I quaderni botanici di Madame Lucie

Autore Mèlissa Da Costa

Editore Rizzoli

Genere Narrativa Contemporanea

Pagine 300

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Sinossi Fuori è l’estate luminosa e insopportabile di luglio quando Amande Luzin, trent’anni, entra per la prima volta nella casa che ha affittato nelle campagne francesi dell’Auvergne. Ad accoglierla, come una benedizione, trova finestre sbarrate, buio, silenzio; un rifugio. È qui, lontano da tutti, che ha deciso di nascondersi dopo la morte improvvisa di suo marito e della bambina che portava in grembo. Fuori è l’estate ma Amande non la guarda, non apre mai le imposte. Non vuole più, nella sua vita, l’interferenza della luce. Finché, in uno di quei giorni tutti uguali, ovattati e spenti, trova alcuni strani appunti lasciati lì dalla vecchia proprietaria, Madame Lucie: su agende e calendari, scritte in una bella grafia tonda, ci sono semplici e dettagliate indicazioni per la cura del giardino, una specie di lunario fatto in casa. La terra è lì, appena oltre la porta, abbandonata e incolta. Amande è una giovane donna di città, che non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure suo malgrado si trova a cedere; interra il primo seme, vedrà spuntare un germoglio: nella palude del suo dolore, una piccola, fragrante, promessa di futuro

L’inizio di questo libro libro è straziante, questa storia fa male, comprime il cuore e provoca una tristezza immensa!

“Non avrei dovuto lasciarmi ingannare da quel primo giorno d’estate, del sole, dalla leggerezza, dalla promessa di una felicità futura. Sono bastate meno di due ore a distruggere il mio mondo”.

Amande Luzin perde improvvisamente il marito Benjamin e la figlia non ancora nata Manon in una notte. Devastata dal dolore, si rifugia in una casa isolata in Alvernia. Non pensava di poter provare così tanto dolore e dolore, non poteva sopportare di essere circondata da persone che erano costantemente dispiaciute per lei e decise di andarsene per vivere appieno il suo dolore …
Trascinandosi come un’anima perduta, si imbatte nei calendari e quaderni botanici di Madame Lucie, l’ex proprietaria della casa. Sono tutti pieni di note scritte a mano su come prendersi cura del giardino e dell’ orto durante le stagioni. Amande si lancia a capofitto nella cura del giardino utilizzando gli appunti di Madame Lucie e, grazie al contatto con la natura e la terra inizia lentamente il suo cammino di rinascita.

Questo romanzo tratta il tema estremamente difficile del lutto, ma l’autrice ha saputo narrarlo con delicatezza, in modo semplice ed intimo, con estrema maestria ci rende partecipe delle emozioni di Amande: ho sofferto il suo dolore, ho sorriso con lei e ho quasi sentito il calore della terra , il profumo dei fiori, il profumo dei pini.

“Credo che in fondo l’amore che proviamo per una persona si misura da questo…dalla quantità di dettagli insignificanti che collezioniamo con cura su di lei”.

Il libro si svolge nell’arco di un anno, quindi il ritmo è lento ma mai noioso, permette di seguire le tappe di questa rinascita:

  • Lasciare entrare
  • Celebrare
  • Condividere
  • Lasciare andare

Per Amande la rinascita passa attraverso la natura: il giardinaggio, il legame con la terra, la presenza di un gatto, la cucina di buone ricette, il fai da te; e attraverso gli affetti: i suoceri, il fratello e la cognata di Benjamin, l’amicizia con Julie, la figlia di Madame Lucie e con gli adolescenti di cui si prendeva cura Benjamin.

Questo romanzo è pieno di umanità, gentilezza e forza interiore! È con infinita felicità che osserviamo il modo in cui Amande rinasce nonostante il suo dolore e la sua disperazione. Non c’è niente di meglio che un ritorno alle fonti, a se stessi e a cose semplici per poter guarire le sue ferite psicologiche, Amande pian piano seguendo l’evoluzione delle stagioni, nell’attesa di un germoglio, di un fiore o di un frutto, ritorna alla vita e l’autrice lo illustra in modo meraviglioso lungo tutta la storia. Possiamo sentire la gioia aumentare gradualmente nel corso del romanzo.

Un romanzo commovente e toccante, pieno di tristezza e rabbia, pieno di resilenza e speranza…. semplicemente bellissimo.

Classificazione: 5 su 5.

📕 Dal libro

“Chiudere le porte e custodire il tesoro è qualcosa che appartiene all’inverno. La primavera è arrivata. E la prova è il messaggio scritto nero su bianco sulla parete della mia cucina: condividi“.

” Una volta si osservava il lutto per settimane, addirittura mesi. Le donne si vestivano di nero per esprimere il loro dolore, nascondevano il viso dietro lunghe velette ed erano proibiti i gioielli, a eccezione di quelli in legno scuro. Gli uomini mettevano un nastro nero attorno al cappello… Tutti interrompevano le loro attività e si riunivano in famiglia. C’era un tempo per curare il dolore, per ricordare, per dire addio come si deve. Oggi, la routine deve riprendere appena dopo il funerale: il lavoro, le bollette da pagare… La società non ha più tempo per il lutto”.


Mélissa Da Costa si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico. I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato in Francia con grande successo di pubblico, è il suo primo romanzo tradotto in Italia. Il suo esordio letterario, Tout le bleu du ciel, è stato tra i dieci libri più venduti in Francia nel 2020.


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