Il Canto di Calliope

Titolo Il canto di Calliope

Autore Natalie Haynes

Editore Sonzogno

Pagine 320

Genere Mitologia Greca

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Cantami, o Diva, del Pelìde Achille

l’ira funesta che infiniti addusse

lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco

generose travolse alme d’eroi,

e di cani e d’augelli orrido pasto

lor salme abbandonò (così di Giove [Zeus]

l’alto consiglio s’adempìa), da quando

primamente disgiunse aspra contesa

il re de’ prodi Atride e il divo Achille.

Con questo incipit Omero inizia il racconto dell’Iliade, invocando la musa Calliope per raccontare della mitologica guerra di Troia, con i suoi eroi, battaglie e Dèi. Conosciamo tutti le gesta dell’eroico Achille e di Ettore, dell’astuto Ulisse, di Priamo, Menelao ed Agamennone, di Paride e della bella Elena…

Natalie Haynes ci offre una rivisitazione della storia di Troia dal punto di vista dei suoi personaggi femminili, il dramma della guerra non si trova solo sui campi di battaglia, ma viene vissuto anche ai margini dove le donne sono in attesa.

Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali.

Ogni capitolo è dedicato a un membro delle case troiane o greche e alle divinità. Intervallati tra i capitoli ci sono capitoli sulle Troiane e lettere che Penelope scrive al marito errante, l’astuto Odisseo.

Penelope racconta la storia di Ulisse tramite lettere, avendo sentito parlare delle sue azioni da bardi locali.

Allora, Odisseo, la guerra è finita, la cena si sta raffreddando, tuo figlio vorrebbe conoscerti, a che ora pensi di essere a casa?

Penelope è uno dei tanti meravigliosi personaggi del libro, ci sono diversi capitoli di Penelope, scritti come lettere piuttosto divertenti ma pieni di amarezza ed esasperazione.

Oh, quindi dopo che hai cavato l’unico occhio di Polifemo e ti sei allontanato in lontananza, hai sentito il bisogno di dirgli il tuo vero nome? Cosa diavolo c’è che non va in te? Sapevi che Poseidone era suo padre, vero? Spero che ti piaccia quella maledizione che ti ha lanciato. Beh, non c’è da stupirsi che tu sia saltato fuori rotta. Quanti anni hai?… Davvero, hai fatto un salto nell’Ade? Cosa stavi pensando? Ho litigato con Circe per un anno e con Calypso per sette lunghi anni!!! La mia pazienza si sta esaurendo, marito.

Sei stato sposato con la fama più di quanto tu sia mai stato sposato con me. E certamente, il tuo rapporto con la tua stessa gloria è stato incessante.

Ecabe, la vedova di Priamo, che racconta del perchè manda il figlio Paride, ancora bambino, da un pastore per farlo uccidere sapendo che sarebbe stato la causa della distruzione di Troia. Eppure, Ecabe sapeva che il pastore non lo avrebbe ucciso.

“Era un prezzo che valeva la pena pagare. Non potevamo sopportare di vederlo morire”.

Ecabe è un nucleo centrale tra le mogli e le figlie prigioniere dei Troiani sconfitti, e tiene insieme il gruppo mentre meditano e pianificano il loro destino nelle mani dei loro rapitori. Affrontano scelte morali non meno facili dei loro uomini: trovare modi per cercare giustizia, vendetta o libertà. Ognuna reagisce secondo il suo temperamento.

La povera Cassandra, a cui viene sempre detto di stare zitta, vedrà il futuro in tutta la sua terribile furia.

Andromoca, la vedova di Ettore, costretta ad assistere all’uccisione del proprio figlio

Clitennestra, la sua è una storia di vendetta elaborata per un lungo periodo, su suo marito Agamennone che sacrificò la figlia Ifigenia (per avere il favore dei venti durante il viaggio verso Troia) adescandola con la promessa del proprio matrimonio.

Clitennestra guarda il marito Agamennone che torna dalla guerra.

Per quanto piccolo sembrasse, la sua memoria lo aveva reso più alto, pensò. E se gli anni l’avevano resa più magra, avevano reso lui più grigio. E panciuto. Si chiedeva come un uomo potesse ingrassare durante una guerra. Aveva la faccia rossa, sudava nelle sue ridicole insegne. Che tipo di uomo indossava una corazza di bronzo e un elmo piumato per tornare a casa? Uno che credeva che il suo potere risiedesse nel suo costume, supponeva. La pelle rossa del suo fodero era molto fine, tempestata di macchie d’oro. Lei non lo riconobbe e si rese conto che doveva far parte della sua parte della favolosa ricchezza di Troia. Avere ucciso suo figlio per un pezzo di pelle di animale decorato.

Il romanzo va avanti e indietro, senza perdere la sua coerenza e slancio. Grazie a Calliope, che ci canterà non solo delle donne troiane e greche ma anche della petulanza e dei capricci delle tre dee dell’Olimpo: Afrodite, Era e Atena bramano la Mela d’Oro che sarà causa della mitica guerra..

Canta, Muse, disse, e io ho cantato.

Ho cantato degli eserciti e ho cantato degli uomini.

Ho cantato di dei e mostri, ho cantato storie e bugie.

Ho cantato della morte e della vita, della gioia e del dolore.

Ho cantato la vita dopo la morte.

……..

Ho raccolto le vecchie storie e le ho scosse finché le donne nascoste non sono apparse in bella vista. Li ho celebrati con una canzone perché hanno aspettato abbastanza a lungo. Proprio come gli avevo promesso: questa non è mai stata la storia di una o due donne. Era la storia di tutti loro. Una guerra non ignora metà delle persone di cui tocca la vita.

Allora perché noi?

Hanno aspettato che venisse raccontata la loro storia, e io non li lascerò aspettare oltre. Se il poeta rifiuta il canto che gli ho offerto, lo porterò via e lo lascerò in silenzio. Ha cantato prima: potrebbe non volerlo e non ne ha bisogno. Ma la storia sarà raccontata. La loro storia sarà raccontata, non importa quanto tempo ci vorrà. Sono senza età, immortale: il tempo non mi importa, tutto ciò che conta è raccontare.

Canta, musa, disse.

Bene, mi senti? ho cantato.

Diversi millenni e le donne sono ancora senza voce. Diversi millenni ed è ancora vero quello che dice Calliope nel libro:

“Quando una guerra è finita, gli uomini hanno perso la vita. Ma le donne hanno perso tutto il resto”.

Ho molto amato la narrazione di Natalie Haynes per aver dato voce alle eroine sconosciute e alle vittime della guerra di Troia. Una guerra colpisce tutti, non solo gli uomini che combattono sul campo di battaglia, quindi raccontare solo la storia degli uomini è una storia incompleta, solo metà della storia. E grazie a questo libro, ci viene presentato anche il ruolo delle donne nelle guerre, le loro paure e dolori e le conseguenze che inevitabilmente dovranno affrontare.

E’ un libro fantastico – che racconta una delle epopee più famose del mondo antico in un modo nuovo, i vecchi miti e le leggende riportati in vita così vividamente che ti sembra di essere lì alle nozze di Teti e Peleo e stai assistendo alla lite tra Era, Afrodite e Atena. Le avventure e l’arroganza di Ulisse vengono raccontate di nuovo attraverso gli occhi di sua moglie Penelope, forse non così paziente. Anche le storie di tutte le altre donne sono vive e piene di fascino.

“Ma questa è una guerra delle donne, tanto quanto quella degli uomini, e il poeta guarderà al loro dolore, il dolore delle donne che sono sempre state relegate ai margini della storia, vittime degli uomini, sopravvissute agli uomini. , schiavi degli uomini – e lui lo dirà, o non dirà proprio niente. Hanno aspettato abbastanza a lungo il loro turno.”

Il canto di Calliope è stata una lettura straordinariamente affascinante…non so davvero che altro dire se non che lo consiglio vivamente.

Classificazione: 5 su 5.

Natalie Haynes

è scrittrice e giornalista. Classicista di formazione, ha pubblicato romanzi tra cui The Amber Fury e The Children of Jocasta, oltre al saggio The Ancient Guide To Modern Life. È autrice e conduttrice della trasmissione Natalie Haynes Stands Up for the Classics per Bbc Radio 4. Nel 2015 ha ottenuto il Classical Association Prize come riconoscimento per il suo lavoro di divulgazione dei classici. Il canto di Calliope (A Thousand Ships) è stato finalista al prestigioso Women’s Prize for Fiction 2020 ed è stato segnalato tra i migliori libri del 2019 da The Times e The Guardian.


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