Un angelo alla mia tavola

Titolo Un angelo alla mia tavola

Autore Janet Frame

Editore Neri Pozza

Pagine 702

Genere Autobiografia

Questo mese, per il gruppo di lettura di cui faccio parte, dovevo leggere un libro ambientato in ciascuno dei cinque continenti, per l’Asia avevo scelto il Giappone con Cinquanta modi di dire pioggia; per l’Oceania mi sono orientata sin da subito sulla Nuova Zelanda, terra a cui sono legata sentimentalmente da legami famigliari, e che spero di poter visitare presto. La mia scelta neozelandese è stata per Janet Frame con Un angelo alla mia tavola.

Il libro racchiude in un unico volume le tre parti dell’autobiografia di Janet Frame: Verso l’isolaUn angelo alla mia tavola e L’inviato dalla città di vetro. L’opera è diventata famosa grazie al film di Campion.

Nella prima parte incontriamo Janet, una piccola ragazza grassoccia dai capelli rossi e un pò strana, che ci racconta dei suoi primi anni di vita durante la depressione a Oamaru. Suo padre era un ferroviere e sua madre dedita alla casa e alla famiglia scriveva poesie nei secondi liberi della sua giornata , Janet scrive delle difficoltà che i suoi genitori hanno affrontato e dei tristi eventi che hanno colpito la sua famiglia. Il fratello maggiore soffriva di epilessia e le due sorelle soffrivano di un difetto cardiaco, successivamente annegate. Povertà, malattia e tragedia sono state le protagoniste della sua infanzia, ma nonostante le prese in giro dei suoi compagni di classe e la sua estrema timidezza, Janet inizia a costruire il suo mondo letterario.

Nella seconda parte, ci racconta la sua adolescenza e i suoi studi, a Dunedin; sempre silenziosa e timida, a causa del suo aspetto fisico (capelli crespi rosso carota e denti neri per carie), si rifugia nella letteratura e si allontana da tutti. Dopo un tentativo di suicidio viene ricoverata in un ospedale psichiatrico dal quale esce con una diagnosi di schizofrenia. Successivamente rientra in ospedale per otto anni subendo più di duecento elettroshock. Durante questo periodo legge molto e inizia a scrivere e pubblica il suo primo libro. Mentre i medici stavano per eseguire la lobotomia, unica soluzione che ritenessero utile per la sua malattia, giunge la notizia che Janet ha vinto un premio letterario il Church Hubert Memorial, e allora decidono di non intervenire. Uscita dall’ospedale si trasferisce ad Auckland, dove farà la conoscenza di Frank Sargeson che le farà da mentore e la spingerà a realizzare il suo sogno di diventare una scrittrice.

L’ultima parte parla dei suoi anni in Europa: Parigi, Londra, Ibiza. Durante il suo soggiorno ad Ibiza, conosce Bernard, un poeta americano, di cui si innamora e con cui ha la sua prima relazione sentimentale. A Londra dopo essersi affermata come scrittrice, ha le risorse emotive e finanziarie per rivedere la sua diagnosi e scopre di non essere mai stata schizofrenica. Ciò provoca una crisi di identità e lei torna alle cure psichiatriche a tempo pieno per imparare a prendersi cura di se stessa, infine dopo sette anni rientra in Nuova Zelanda.

Uno stile semplice e poetico, a volte complesso , arricchito con molte citazioni e riferimenti letterari che hanno accompagnato la sua vita sin dalla tenera età. Janet Frame ha saputo raccontare semplici fatti di una vita triste e meravigliosa in modo umile e concreto che è stato sia straziante che molto accattivante, un percorso intimo, doloroso, schietto in cui ci rivela i suoi pensieri, le sue paure ed i suoi dolori, il suo sentirsi inadeguata, sempre alla ricerca del suo posto e soprattutto alla ricerca di parole poetiche, leggere e fantasiose che possano farla volare in quel mondo letterario al quale ambisce. Nonostante la sua passività per tutta la vita, sviluppa un senso di sé abbastanza forte da farsi strada da sola, lottando con la solitudine, la frustrazione sessuale, uomini ridicoli e costumi culturali che non si adattano alla sua identità costruita con cura ma socialmente sconcertante.

Questa bellissima autobiografia costituisce un’esperienza umana, artistica e intellettuale indimenticabile: la storia della lotta di una donna per sopravvivere al suo mondo interiore, a volte brutale e oscuro, ma sempre bello.

Classificazione: 4.5 su 5.

📕 Dal libro

L’unico motivo per continuare questa autobiografia è che, per quanto abbia usato, inventato, mescolato, rimodellato, cambiato, aggiunto, sottratto da tutte le mie esperienze, non ho mai scritto direttamente della mia vita e dei miei sentimenti. Senza dubbio mi sono mescolata ad altri personaggi che sono a loro volta il prodotto del noto e dell’ignoto, del reale e dell’immaginario; ho creato “esseri”, ma non ho mai scritto del mio essere.


Janet Frame

Nacque da una famiglia povera,(Dunedin, 28 agosto 1924 – Dunedin, 29 gennaio 2004)  e trascorse la sua infanzia e la prima giovinezza tra numerosi fratelli e sorelle, in un clima di indigenza materiale ma intellettualmente stimolante. Fin da piccola mostrò un’estrema timidezza e sensibilità che la fecero apparire diversa dagli altri bambini. Riuscì a diplomarsi come insegnante, ma successivamente non fu considerata “normale” e idonea all’insegnamento. Le venne fatta una diagnosi di schizofrenia, e fu internata per otto anni in manicomio, dove fu sottoposta a circa 200 trattamenti di elettro-shock. I medici dell’Istituto per Malattie Mentali nel quale fu rinchiusa volevano lobotomizzarla. Fu liberata da questa situazione grazie alla pubblicazione di alcuni suoi libri e dai riconoscimenti che il mondo letterario cominciò a tributare alla sua creatività di scrittrice e poetessa tra i quali il Commonwealth Writers’ Prize nel 1989 per La leggenda del fiore della memoria. È stata candidata due volte al premio Nobel per la letteratura, l’ultima nel 2003. È morta nel 2004 di leucemia sempre nella sua cittadina natale. Il film Un angelo alla mia tavola, che ripropone il titolo da uno dei suoi tre romanzi autobiografici, è stato tratto dalle sue autobiografie e diretto da Jane Campion, vincitrice del premio speciale della giuria alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1990.


Lascia un commento