Tu non ci credere mai

Titolo Tu non ci credere mai

Autore Alessandro Marchi

Editore Libromania

Pagine 422

Genere Narrativa

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Questa è la storia di Aldo Marchi , un giovane che vive tra le montagne dell’Appennino insieme ai genitori e due fratelli di cui uno già sposato e con figli. Insieme ai fratelli e al padre lavora la terra , gli unici svaghi sono le feste e sagre paesane, ma la cosa che più ama fare sono delle lunghe passeggiate nei sentieri fra i monti . Questa la sua vita fino a quando non viene chiamato alle armi per andare sotto il Regio Esercito , alla conquista dell’Abissinia.

Durante la campagna bellica , colpito dagli orrori a cui ha assistito e vissuto , rimane vittima di una crisi epilettica e viene rimpatriato. Al ritorno in patria sposa Carolina e con lei ha tre figli: Ivanna, Umberto e Marino; ma la guerra incombe e dovrà affrontarne le conseguenze e con essa anche una dolorosa e sofferta battaglia tra pregiudizi e ricoveri nei manicomi.

Riflessioni

L’autore con questo romanzo ha voluto dare voce alla storia del nonno , una storia di semplicità , come puó essere la vita di un ragazzo che lavora la terra ; una storia di atrocità quale la guerra puó far vivere ; una storia di pregiudizi verso malattie che non si conoscono ma è soprattutto una storia di resilenza .La scrittura è limpida, schietta, senza fronzoli a volte cruda ma correlata da modi di dire prettamente della nostra cultura , personalmente ho ritrovato uno spaccato di vita dei miei nonni , mi sembrava di sentire i loro racconti. Principalmente la voce narrante è quella di Aldo ma è intervallata anche da quella del figlio più piccolo Marino , questo rende la narrazione molto dinamica . I personaggi sono ben caratterizzati ma quello che ti entra nel cuore é proprio Aldo con la sua semplicità ma con una forza incredibile nonostante la sua fragilità.

La vita in periodo di guerra è di per sè già dura , ma essere etichettato dalla società come ” Aldo, il tocco” , subire le pratiche che a quei tempi infliggevano ai pazienti nei manicomi può essere devastante e lo è stato per il nostro protagonista. Aldo ha saputo mantenere la mente libera con la speranza di riuscire a risollevare il suo destino, che purtroppo per pregiudizi della gente, è stata vana. Ho sofferto e mi sono arrabbiata insieme a lui , avrei voluto abbracciarlo e coccolarlo , lottare contro l’ignoranza e i pregiudizi della societá , denunciare quelle pratiche che annientano la dignità .

Classificazione: 3 su 5.

📕 dal libro

Uccidere qualcuno dava alla testa. Non si può pensare che sia un’azione normale, senza conseguenze. A me, aveva dato alla testa. Dopo l’esecuzione rimasi parecchi giorni senza parlare con nessuno. Mi sentivo sporco, di uno sporco che non puzzava e non andava via nemmeno con il sapone e la brusca. Continuavo a vedere il volto di quegli ascari prima di premere il grilletto. Fiero, impassibile, quasi di sfida


Alessandro Marchi

È nato a Bologna nel 1979, dove si è laureato in Storia Contemporanea. Vive un po’ lì e un po’ a Bruxelles
per motivi di lavoro. Ha esordito nella narrativa con Parada Ópera (2009) e Fegato e Cuore (2012). Scrivere lo fa star bene, e questo basta e avanza. Si è classificato primo nell’edizione 2018 del premio ‘Fai viaggiare la tua storia’ con Tu non ci credere mai, la storia romanzata della vita di Aldo Marchi, suo nonno, risultato di un lungo lavoro di scavo documentale e ricostruzione delle memorie familiari.


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